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Tel Aviv
di DANIELE ROCCHI 11 ott 2023 07:36

Chi paga è ancora una volta la popolazione civile

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Due ong impegnate con i loro progetti tra Israele e Palestina denunciano il dramma dei civili, le vere vittime della guerra. Rientrato a Capriolo il gruppo di pellegrini

“Chi paga è ancora una volta la popolazione civile. Quella israeliana, colpita in modo inaspettato e brutale da un’azione armata indiscriminata e ingiustificabile. E quella palestinese, vittima dell’ennesima rappresaglia di Israele, che si aggiunge ai ripetuti e insopportabili bombardamenti, alle restrizioni, allo stato di prigionia a cui è condannato chi vive a Gaza”. Così commentano coordinatrice e presidente di Progettomondo e Acs in Palestina, Meri Calvelli e Mario Mancini, l’attacco di Hamas a Israele e le sue conseguenze umanitarie.

La condanna è secca: “La violenza va condannata sempre, è ingiustificabile. I diritti dei palestinesi devono diventare una priorità per la comunità internazionale, che non può stare ancora una volta a guardare. Nell’immediato è chiamata ad aprire corridoi di fuga per i civili, ma anche a lavorare seriamente per fare cessare un conflitto di vecchia data che favorisce il ricorso alla violenza più estrema. Si è fatto troppo poco, nulla, per favorire la pace e la risoluzione di un’occupazione che si protrae da 75 anni”.

Di recente l’Ong veronese Progettomondo si è posizionata in Medio Oriente, facendosi parte attiva di un progetto con capofila Acs, Associazione di cooperazione e solidarietà di Padova, denominato “Greening the future” che vede sul campo pure Cesvi, Educaid e il partner italiano Ciss, nato per fornire fonti di acqua potabile, pozzi e fontanelle, servizi educativi e di sostegno psico-sociale, e per potenziare il sistema di rifiuti urbani. “Non abbiamo notizie sulla situazione del centro polifunzionale e del parco urbano che abbiamo realizzato al nord di Gaza, dove, peraltro, avevamo appena installato un desalinizzatore per rendere l’acqua potabile”, dice il responsabile Paese per Progettomondo, Richard Grieco. “In quella zona ci sono bombardamenti continui. La possibilità di acqua potabile sarebbe ancora più preziosa visto che è stata bloccata l’entrata di cibo, acqua e aiuti umanitari in tutta la Striscia”. Cinta d’assedio nella Striscia anche l’energia elettrica è interrotta.

L’ong riferisce testimonianze locali che avvertono che “i militari stanno entrando via terra e invitano la gente a scappare in una zona definita per poter bombardare Hamas evitando migliaia di vittime. Qualcuno ha provato a rifugiarsi nelle scuole dell’Unrwa, l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi, ma quella di Jabalia, vicino al luogo delle nostre attività, è già stata bombardata”. In un video messaggio il giovane Karam, da Gaza City, lascia la sua testimonianza: “Forse è l’ultima volta che ci sentiamo”, dice con la voce tremante. “Ci hanno comunicato di evacuare tutto il quartiere. Ci stiamo preparando ad andarcene in fretta e potrei non avere connessione per molto tempo. Non posso né restare né partire, perché non ho il passaporto. Non so se ci rivedremo mai”. La sede di Acs e Progettomondo, nel Centro italiano di scambio culturale “Vik” intitolato a Vittorio Arrigoni, si trova a Gaza City. Al momento è ancora in piedi, ma intorno molti edifici sono ormai stati rasi al suolo.

Nel frattempo, è rientrato a Brescia il gruppo di pellegrini di Capriolo sorpresi dall’attacco dell’7 ottobre scorso durante l’esperienza in Terra Santa. Guidati dal parroco don Giuseppe Mattanza, che nei giorni scorsi per rassicurare chi da casa seguiva con angoscia l’evolversi della situazione in Israele, aveva assicurato che il pellegrinaggio stava svolgendosi in un clima di serenità senza particolari problemi, i pellegrini sono decollati nel pomeriggio di ieri dall’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv. In serata il loro arrivo al Catullo di Verona e, di lì, il rientro a Capriolo.

DANIELE ROCCHI 11 ott 2023 07:36