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Roma
13 mag 2025 07:21

Libertà di stampa sempre più minacciata nel mondo

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Le parole di Leone XIV nel suo incontro con i giornalisti che hanno seguito il Conclave accendono i riflettori su una situazione drammatica

“Permettetemi allora di ribadire oggi la solidarietà della Chiesa ai giornalisti incarcerati per aver cercato di raccontare la verità, e con queste parole anche chiederne la liberazione di questi giornalisti incarcerati. La Chiesa riconosce in questi testimoni – penso a coloro che raccontano la guerra anche a costo della vita – il coraggio di chi difende la dignità, la giustizia e il diritto dei popoli a essere informati, perché solo i popoli informati possono fare scelte libere. La sofferenza di questi giornalisti imprigionati interpella la coscienza delle Nazioni e della comunità internazionale, richiamando tutti noi a custodire il bene prezioso della libertà di espressione e di stampa”. 

Le parole pronunciate ieri da papa Leone XIV nel suo incontro con gli operatori della comunicazione che hanno seguito il Conclave, hanno riacceso i riflettori sul problema della libertà di stampa che, nel panorama globale contemporaneo, è sempre più minacciata da fattori esterni che ne compromettono l'esercizio in numerosi paesi. L'anno 2024 ha mostrato, ancora una volta, quanto il giornalismo indipendente venga ostacolato da regimi autoritari, conflitti armati, violenza politica e repressioni sistematiche. 

Secondo i dati forniti da organizzazioni internazionali come il Committee to protect journalists (Cpj) e Reporter senza frontiere (Rsf), oltre 550 giornalisti sono stati incarcerati nel 2024, con un aumento del 7% rispetto all'anno precedente. Il numero di giornalisti uccisi ha raggiunto 124, il dato più alto dal 2007, con una parte significativa di queste vittime coinvolte in conflitti, come quello tra Israele e Gaza, che ha visto la morte di 85 cronisti. Inoltre, la preoccupante cifra di 95 giornalisti scomparsi mette in luce la crescente gravità della situazione. Le regioni più colpite da queste violazioni sono l'Asia e il Medio Oriente, con paesi come la Cina, il Myanmar, l'Iran, e la Turchia che detengono il maggior numero di giornalisti imprigionati. Questi dati evidenziano l’urgenza di difendere il diritto a una stampa libera, capace di informare senza timori di censura o ritorsioni violente.

Secondo il Cpj, sono stati censiti 361 giornalisti detenuti al 1° dicembre 2024, il secondo valore più alto di sempre. Reporter Senza Frontiere stima il totale a 550 giornalisti incarcerati, con un aumento del 7% rispetto al 2023.

I principali "carcerieri" a livello globale sono paesi con regimi autoritari, che giustificano le incarcerazioni con accuse di reati generici, come “anti-stato” o terrorismo. Le regioni più colpite sono: l’Asia, con 111 detenuti (circa il 30% del totale), seguita dal Medio Oriente/Nord Africa, con 108 detenuti (molti dei quali in Israele e nei territori palestinesi). Il Paese a detenere il “primato” dei giornalisti incarcerati è la Cina con 124. 

Il 2024 ha visto anche un aumento significativo degli omicidi di giornalisti. Il Cpj ha registrato 124 giornalisti uccisi, il numero più alto dal 2007. La maggior parte delle vittime è stata coinvolta in conflitti armati, in particolare durante la guerra tra Israele e Gaza, dove sono stati uccisi 85 giornalisti.

Il numero di giornalisti scomparsi continua a essere una preoccupazione crescente. Rsf segnala che sono 95 i giornalisti attualmente dispersi, con casi noti in paesi in guerra e sotto regimi autoritari. Le sparizioni avvengono principalmente in Siria (22 scomparsi), Yemen (15) e Iraq (13) 

Molti di questi giornalisti sono rapiti da forze governative o gruppi paramilitari. Tra i casi più emblematici ci sono le sparizioni di giornalisti come Austin Tice e Bashar Fahmi, che non sono mai stati ritrovati dopo essere stati sequestrati in Siria nel 2012.

13 mag 2025 07:21

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