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BIELORUSSIA E POLONIA
di M. CHIARA BIAGIONI 12 nov 2021 10:35

Migranti usati come scudi umani

“Non sono solo migranti e rifugiati, ma persone che vengono utilizzate da un regime governativo. Vengono trafficate per scopi politici e usate come scudi umani nel tentativo di ottenere guadagni politici e destabilizzare la situazione al confine dell’Ue. Questa azione è chiamata attacco ibrido, perché utilizza armi non tradizionali (traffico di persone, disinformazione e altri mezzi) per attaccare l’integrità dei confini di altri Paesi”. Una denuncia forte quella espressa oggi, in un’intervista al Sir, da mons. Gintaras Linas Grušas, arcivescovo di Vilnius e nuovo presidente del Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa (Ccee), riguardo a quanto sta succedendo al confine tra Bielorussia e Polonia dove sono radunati, nei campi vicino a Kuznica, circa 4.000 migranti. “È con grande tristezza che vediamo queste immagini e la sofferenza che le persone stanno sopportando. Famiglie con bambini intrappolate alla frontiera. Ma è molto importante capire anche cosa c’è dietro a quelle immagini”, dice l’arcivescovo.

“È tutto coordinato dalle autorità bielorusse al fine di avere una posizione negoziale con l’Unione europea, per eliminare le sanzioni che sono state imposte per le precedenti azioni del regime. Gli stessi bielorussi testimoniano che i migranti, che arrivano in Bielorussia come turisti, vengono prelevati dalle guardie di frontiera delle città bielorusse e portati al confine con l’Unione europea. Si tratta – incalza mons. Grušas  – di una nuova forma di tratta di esseri umani, che è un crimine riconosciuto a livello internazionale, ma in questo caso non per profitto finanziario personale, ma per guadagni politici nel tentativo di preservare un regime autoritario”. L’appello del presidente del Ccee è duplice: “Innanzitutto, è della massima importanza assistere le persone in migrazione”. La Caritas e altre organizzazioni umanitarie in Lituania stanno lavorando con il governo non solo per dare assistenza a coloro che hanno attraversato il confine e sono attualmente ospiti nei centri per migranti, ma anche nella preparazione di pacchetti di assistenza che possono essere dati a chi è rimasto bloccato al confine. “Ma la situazione è molto più complessa di una semplice questione migratoria o di rifugiati”, fa notare il presule, e “richiede che la comunità politica internazionale agisca per porre fine a questa azione militare non convenzionale e a questa forma di traffico illegale di esseri umani per guadagno politico. Il tempo della misericordia è adesso”.

M. CHIARA BIAGIONI 12 nov 2021 10:35