Il bivacco Enrico Fasciolo si presenta al pubblico
L’estate 2025 ha festeggiato il centenario dell’installazione dei primi bivacchi fissi sull’intero arco alpino. Entro questa cornice, in Val Codera (Sondrio), presso l’Alpe Averta (1944 m), si è chiuso in autunno il cantiere del bivacco dedicato alla memoria di Enrico Fasciolo, ingegnere bresciano e capo scout, prematuramente scomparso nel 2017 in un incidente stradale a 54 anni. Proprio in Val Codera lo scoutismo ha da tempo affondato fertili radici, stabilendo forti legami con la popolazione locale e coltivando gli ideali fondativi del movimento al riparo dal fascismo. La Val Codera, inoltre, ha mantenuto fino a oggi le sue caratteristiche di territorio selvaggio e remoto, non essendo servita da infrastrutture viarie: i percorsi carrozzabili, infatti, si arrestano all’imbocco della valle, in corrispondenza dell’abitato di Novate Mezzola, alla modesta quota di circa 300 m slm.
L’Alpe Averta si trova lungo il Sentiero Roma, tra i più noti e frequentati itinerari di trekking escursionistico, concepito a partire dal 1928 dal CAI Milano, che si sviluppa per 54 km prevalentemente a 2500 m di quota collegando, in un tempo variabile dai 3 ai 5 giorni, la Val Codera alla Valmalenco, attraversando l’intera testata della Val Masino. L’Averta, non più sfruttata come alpeggio per il pascolo da oltre mezzo secolo, presenta una quindicina di fabbricati rurali abbandonati. Su mandato della famiglia Fasciolo, tramite una donazione, la Fondazione ed Ente educativo Monsignor Andrea Ghetti - Baden, con sede a Milano e impegnata nell’attività sociale in Val Codera, ha rilevato la proprietà di un edificio e coordinato l’intervento di ristrutturazione e recupero, con destinazione a bivacco (6 posti letto) di appoggio alle attività dei gruppi scout nella zona, ma anche al servizio degli escursionisti in transito. Il progetto, che per disposizione della Soprintendenza ha dovuto attenersi al mantenimento delle caratteristiche formali e materiali della preesistenza, è stato redatto dagli architetti Stefano Girodo e Lorenzo Serafin, facenti parte dell’associazione culturale Cantieri d’alta quota, dal 2012 impegnata a scala nazionale nello studio e nella divulgazione culturale del valore patrimoniale dei ricoveri alpini (www.cantieridaltaquota.eu).
Nel frattempo, l’iniziativa ha visto degli sviluppi: alla baita principale si aggiungerà un secondo fabbricato, da riqualificare anch’esso, con funzione di appoggio e magazzino. Per proseguire l’opera è stata aperta una raccolta fondi. Se, in quota, a seguito degli ultimi interventi di allestimento degli interni, il bivacco Fasciolo vedrà l'inaugurazione nella primavera 2026, a valle l’iniziativa sarà presentata al pubblico sabato 15 novembre prossimo. Dalle ore 15 alle 18, presso la Cooperativa sociale “Tremenda XXL” di Novate Mezzola si terrà un convegno che, oltre a ripercorrere le tappe della vicenda e a presentare il progetto attraverso svariate relazioni, sarà allietato dai canti alpini del coro “Le Rocce Roche”, di cui Enrico Fasciolo faceva parte.