Un porto dove liberare la creatività
“Un porto, con barche che salpano e altre che approdano”. Usa questa immagine padre Fabrizio Colombo, missionario comboniano, ma anche produttore musicale, compositore e direttore artistico del festival “Afrobrix”, per descrivere quello che è un vero e proprio centro dedicato alla creatività. Al secondo piano della sede dei Missionari Comboniani, in viale Venezia a Brescia, ogni stanza partecipa alla multimedialità: c’è uno studio di registrazione musicale, ma anche uno dedicato alla radio e ai podcast e uno legato alla fotografia e ai video, c’è anche una biblioteca e c’è un salone dedicato all’incontro e allo scambio di conoscenze e competenze tra vari gruppi.
“Sono arrivato a Brescia nel 2019 – sono le parole di padre Fabrizio Colombo –. Come comboniani, abbiamo un’attenzione particolare per l’Afrodiscendenza. Cogliendo l’occasione del Decennio Onu per le persone di discendenza africana (dal 2015 al 2024, ndr), abbiamo avuto l’idea di creare un festival che celebrasse la cultura e l’arte afrodiscendente: così è nato ‘Afrobrix’”. Ma non basta: dalla constatazione della presenza di tanti talenti afrodiscendenti sul territorio bresciano “abbiamo pensato di creare un luogo, una vera e propria piattaforma di scambio dove questi giovani possono incontrarsi, creare e dare spazio alla loro creatività. ‘Afrobrix’ ha proprio questo obiettivo: dare voce, spazio e tempo a chi ha voglia di creare. Senza dimenticare che l’uso della cultura e dell’arte sono volti a trasmettere valori che sono contenuti anche nel nostro Manifesto, quindi la lotta contro ogni forma di discriminazione e di razzismo, l’inclusione e il diritto alla cittadinanza. L’umanità è una e ‘Afrobrix’ vuole essere una festa per la mescolanza di tutti i colori, le personalità e le culture. La diversità, insomma, diventa una ricchezza”.
Lo spazio allestito dai Missionari Comboniani nasce dal basso ed è in continua evoluzione: “Questo spazio lo abbiamo sistemato con le nostre mani: abbiamo recuperato i materiali, abbiamo dipinto le pareti, abbiamo allestito gli spazi... Comunque, cerchiamo di fare contenuti il più professionali possibile. Qui è tutto sempre in cambiamento – spiega ancora –: lascio libere le persone, accetto le loro idee e la loro creatività. C’è sempre una scelta preferenziale per l’afrodiscendenza. Ma ci sono tanti talenti ancora da scoprire e che hanno bisogno di spazi per esprimersi: ‘Afrobrix’ continuerà ad essere uno spazio dove ognuno può creare liberamente. Le nostre stanze, comunque, si possono prenotare e sono ad offerta libera. In alcune particolari situazioni, ci prendiamo in carico i progetti”.
