Dalla parte dei bambini
Aderisco con convinzione, insieme alla mia comunità, all’iniziativa “Voci Silenti” (promossa da Casa della Memoria e dall’Ufficio diocesano per l’impegno sociale). Saranno gli adolescenti e i giovani, con alcuni papà e mamme, a leggere, nella parrocchiale, i nomi dei 12.227 bambini uccisi (fino alla data di metà luglio) nella guerra israelo-palestinese. È un elenco simbolico e incompleto che rende l’idea delle atrocità delle decine di conflitti persistenti nel mondo. Sì, mi schiero: non dalla parte di qualche nazione o di qualche ragione, ma dalla parte dei bambini. Ascoltare e dire quei nomi è un atto politico a difesa, prima di tutto, della mia coscienza a cui chiedo di non giustificare mai la violenza, soprattutto quella assurda, da qualsiasi parte venga. Pregare per loro, nel momento in cui i Vescovi della Lombardia saranno insieme a Gerusalemme, è un atto altrettanto schierato, dalla parte della speranza e della fede in un futuro migliore, che coinvolga ogni credo religioso e laico. Mi piacerebbe sorridere con i bambini, come ho visto fare nella Striscia di Gaza dopo l’annuncio del cessate il fuoco: un sorriso così sincero che custodisco accanto all’elenco infinito di morte.
