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di ADRIANA POZZI 17 dic 2015 00:00

Ecumenismo: gli effetti del Giubileo

Il Giubileo della misericordia potrà avere effetti positivi sul cammino ecumenico? La domanda può sembrare provocatoria perché fu anche sul tema delle indulgenze

Il Giubileo della misericordia potrà avere effetti positivi sul cammino ecumenico? La domanda può sembrare provocatoria perché fu anche sul tema delle indulgenze (sebbene non solo su di esso) che si consumò il dramma di Lutero e della dolorosa e sofferta nascita delle chiese riformate che, ancora pochi anni fa, in occasione del Giubileo del 2000, espressero amarezza per il permanere di atteggiamenti e termini per loro non accettabili e che, anche adesso, hanno sottolineato che si tratta di uno “strumento pastorale estraneo” alla loro sensibilità. Grazie al “fattore Francesco”, la domanda è legittima e potrebbe, per di più, avere una risposta molto positiva.

Infatti, il Papa, fin dall’annuncio del Giubileo e in tutti i discorsi e messaggi successivi, non ha mai usato parole o espressioni come “lucrare o acquistare l’indulgenza” né si è mai dilungato sugli aspetti normativi tipici del complesso di regole che hanno segnato, in passato, i tempi e i modi dei riti di un anno santo (primo fra tutti la necessità di varcare la “porta santa” a Roma) insistendo, piuttosto, sulla dimensione della conversione del cuore e del deciso impegno a un cambiamento negli stili di vita che, partendo dal Vangelo e accogliendo il dono della grazia, si traducano in gesti di generosità, di accoglienza e di perdono. Si tratta di un mutamento importante, che vuole mettere la Chiesa sempre più accanto all’uomo d’oggi e farla camminare sulle strade del mondo, senza barriere od ostacoli e vuole soprattutto che si vada al di là di ciò che è accessorio (una parola, un’espressione o un costume consolidato) per arrivare a ciò che è essenziale, senza negare nulla, ma puntando al centro. Un mutamento che non potrà non essere colto dai cristiani delle chiese riformate per cui la grazia è il cuore e il costante riferimento dell’esperienza religiosa.

Lo confermano, del resto, le parole del moderatore della Chiesa Tavola valdese, Eugenio Bernardini, che, dopo l’inizio dell’Anno Santo, ha ribadito che i valdesi dissentono dai Giubilei, ma apprezzano “il tono, la prospettiva e il taglio” che il Papa ha dato e che tutto ciò favorisce il dialogo e può guidare tutte le Chiese a riscoprire, insieme, la misericordia di Dio e la bellezza dell’amore per i fratelli, come ha detto papa Francesco in visita alla chiesa evangelica luterana di Roma lo scorso novembre quando ha chiesto ai fratelli luterani di “accompagnare con la preghiera in comunione ecumenica” il Giubileo della misericordia.
ADRIANA POZZI 17 dic 2015 00:00