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Brescia
di GIORGIO BERETTA 02 mar 2023 06:27

Elly Schlein, la guerra e le armi

L'elezione di Elly Schlein a segretaria del Partito Democratico rappresenta una novità e ha già sollevato numerose aspettative da parte di diversi settori della società civile. Tra queste anche le associazioni della rete “Europe for Peace” che lo scorso weekend, ad un anno dall’invasione russa in Ucraina, ha promosso le iniziative in oltre cento città italiane. 

Non si tratta soltanto della controversa questione delle forniture di materiali militari all’Ucraina, un punto sul quale le associazioni pacifiste hanno sempre manifestato la propria contrarietà chiedendo all’Italia di mantenere una posizione di “neutralità attiva”. Ma soprattutto del ruolo che il Partito Democratico intende svolgere a livello europeo e internazionale per promuovere negoziati di pace sia riguardo al conflitto in Ucraina che in altre zone del mondo.

Sulla questione ucraina, l’impressione è che finora il Partito Democratico si sia adagiato sulle posizioni della Nato e dell’Unione Europea senza mettere in campo con convinzione iniziative in grado di portare le parti belligeranti, ed in particolare la Russia, ad un tavolo di trattative. Anche la strenua difesa dei dem circa le forniture di armi all’Ucraina, pur legittime, è apparsa ai più come l’unica risposta al conflitto in atto: risposta sempre più debole e insufficiente per la gran parte dell’opinione pubblica nazionale e soprattutto per i settori più attenti al rispetto dei valori costituzionali del ripudio della guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali.

Non è una novità, inoltre, che gli ultimi governi di cui ha fatto parte anche il PD hanno incrementato le spese militari e sostenuto il progetto di portare la spesa militare Italiana al 2% del PIL. Una questione non di poco conto che andrebbe portata all’attenzione pubblica aprendo, da parte del partito, un confronto non solo con le rappresentanze militari e i settori industriali degli armamenti, ma soprattutto con le associazioni della società civile che da decenni si occupano di questi problemi.

Lo stesso vale per le esportazioni di sistemi militari che negli ultimi anni hanno segnato un forte aumento soprattutto verso i paesi al di fuori delle principali alleanze dell’Italia (Ue e Nato) per essere sempre più dirette nelle zone di maggior tensione del mondo come il Nord Africa e il Medio Oriente a favore di governi autoritari e repressivi.

Sono questioni che la Rete italiana pace e disarmo ha presentato a tutti i partiti già prima delle ultime elezioni politiche. E che sicuramente verranno sottoposti all’attenzione della nuova segretaria del PD. Che ha l’opportunità di segnare un nuovo percorso anche sui temi, ineludibili, della pace e del disarmo.

GIORGIO BERETTA 02 mar 2023 06:27