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Brescia
di GIORGIO BERETTA 24 lug 2025 08:31

Gaza: anche noi siamo responsabili

Il ministro Tajani firma una lettera con i ministri degli Esteri di altri 25 Paesi con un avviso perentorio diretto a Israele: “La guerra a Gaza deve finire ora”. La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, lancia un messaggio infuocato sui social: “I civili non possono essere bersagli. Mai”. E conclude: “Bisogna finirla ora. Israele deve mantenere le promesse fatte”. Parole chiare, importanti. Ma che, purtroppo, restano solo parole. Il Consiglio degli affari esteri dell’Ue dello scorso 15 luglio non ha approvato la proposta dell’Alta rappresentante per la politica estera, Kaja Kallas, di adottare dieci misure nei confronti di Israele. Tra queste la sospensione parziale all’Accordo di Associazione Ue-Israele, il divieto di commercio con gli insediamenti israeliani e l’embargo sulle armi. Tra i contrari alla proposta spiccano Germania e Italia.

L’embargo di armi a Israele sarebbe un atto non solo auspicabile, ma doveroso, un segnale, forte e inequivocabile, che gli Stati dell’Ue non intendono in alcun modo fornire a Israele strumenti per continuare la carneficina che sta compiendo a Gaza. Una misura improrogabile anche alla luce dei trattati che i Paesi europei hanno sottoscritto, tra cui quello sul commercio di armi che vieta espressamente l’esportazione di armi e materiali militari “che possano essere utilizzati per la commissione di atti di genocidio, crimini contro l’umanità, gravi violazioni delle Convenzioni di Ginevra o altri crimini di guerra definiti dagli accordi internazionali”. Gli Stati dell’Ue, invece, non solo continuano a inviare armi a Israele (solo la Spagna ha revocato un rilevante contratto), ma persistono nell’acquistare sistemi militari da aziende israeliane. Ne sono il maggiore acquirente. Lo riporta il ministero della Difesa di Tel Aviv: lo scorso anno Israele ha rilasciato autorizzazioni all’export di materiali militari per un valore record di oltre 14,7 miliardi di dollari di cui più della metà destinati a Paesi europei. Negli anni scorsi l’Italia ha acquisito da un’azienda israeliana la licenza per produrre per l’Europa le munizioni circuitanti Hero 30, i “droni kamikaze” che le forze armate israeliane hanno usato per sterminare la popolazione di Gaza. Le armi impiegate nei bombardamenti condotti da Israele vengono così adottate dai decisori politici europei. Spacciandole come mezzi per la difesa. Arricchendo le aziende israeliane.

GIORGIO BERETTA 24 lug 2025 08:31

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