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di LUCIANO ZANARDINI 22 set 2015 00:00

Il gioco della politica

L'ultima notizia arriva dal Consiglio regionale dove, paradossalmente (ma non troppo), chi accusa gli albergatori che accolgono i profughi non ha mai favorito la micro-accoglienza nei Comuni

Un collega ama dire che “quando ci si lascia dominare dai mal di pancia…”, tutto diventa insormontabile, anche i piccoli problemi assumono proporzioni gigantesche. Questo si ripete ogni giorno e in ogni nostra azione. Ci sono, però, alcuni ambiti che sono sfacciatamente più inclini ai mal di pancia e spesso sono gli ambiti che si fondano sul consenso. È facile pensare immediatamente alla classe politica. A tutti i livelli, dal nazionale al regionale passando per quello amministrativo, è facile farsi stritolare dall’opinione pubblica. E così, se da una parte c’è chi grida allo stato di abbandono della stazione – solo per fare un esempio concreto –, dall’altra c’è chi risponde con la chiusura notturna dalle 23 alle 4. Sbagliano i primi a descrivere una situazione che non esiste, ma, forse, sbagliano anche i secondi a pensare che un’ordinanza possa risolvere il problema. I primi giocano con i loro elettori, i secondi hanno paura di perderli. Mi preoccupa piuttosto il fatto che una città con le risorse come Brescia non riesca a gestire 20 persone che dormono in stazione. Non si fermano più all’interno, ma si sistemano all’esterno: sono semplicemente lo specchio di un sistema sociale che non funziona e in alcuni casi riflettono anche situazioni psichiche particolari.

Se guardiamo, invece, alla Regione è triste constatare quanto è successo con la nuova legge sul turismo che ha interessato il lavoro dei consiglieri per più di un anno ma che negli ultimi giorni si è concentrata sulle strutture alberghiere che accolgono i profughi. Sia chiaro nessuno pensa, come abbiamo più volte ribadito sul nostro giornale, che l’albergo sia una soluzione idonea, ma bisogna altresì dire che in una determinata fase gli alberghi sono diventati indispensabili anche a fronte della reticenza di molte amministrazioni comunali (l’intolleranza e la paura di perdere voti hanno giocato un ruolo importante) che hanno preferito fare orecchie da mercante rispetto all’ipotesi della microaccoglienza. In Consiglio sono stati bocciati due emendamenti “imbarazzanti” della Lega con i quali si chiedeva di stabilire esplicite “premialità per le strutture ricettive lombarde che dichiarano di non ospitare soggetti privi di regolare permesso di soggiorno o soggetti di cui non è stato ancora acclarato lo status di rifugiato”. La norma varata afferma la possibilità di accedere ai bandi di finanziamento regionale per “strutture ricettive alberghiere e non alberghiere” solo “qualora il fatturato o il ricavato dell'attività ricettiva degli ultimi tre anni sia integralmente derivante dall'attività turistica”.

La colpa degli albergatori è di aver risposto presente a un appello disperato della Prefettura che, sul territorio, agisce per conto del Ministero dell’Interno. Può essere che lo facciano solo per incassare denaro, ma nulla vieta che i Comuni possano fare lo stesso in prima persona senza demandare a cooperative o a realtà terze, così facendo compiono un gesto di umanità, danno l’esempio e, se sono bravi nella gestione, magari sistemano anche i conti.
LUCIANO ZANARDINI 22 set 2015 00:00