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di MARCO DERIU 07 apr 2016 00:00

Il ritorno della volgarità

In tv non c’è limite al peggio, ma in questo caso il basso livello del programma "Ciao Darwin" risalta ancora di più

Chissà se qualcuno ne sentiva davvero la mancanza. Noi no. Eppure qualcun altro ha ritenuto che dovesse tornare in onda e così eccolo qua, di nuovo sui nostri piccoli schermi: “Ciao Darwin” (Canale 5), il programma lanciato nell’ormai lontano 1998 da Paolo Bonolis e Luca Laurenti. Il formato è rimasto lo stesso: due squadre formate da persone che rappresentano categorie umane antitetiche si fronteggiano per scoprire quale delle due sia la più forte e quindi quella destinata a segnare il profilo socioculturale delle donne e degli uomini di domani. La gara consiste in una serie di prove di intelligenza, cultura generale e abilità (?). Fra le varie prove, ci sono il defilé, la seduzione, il viaggio nel tempo, il dibattito, la prova di coraggio, l’esibizione e varie gare di abilità fisica.

Il collante fra una prova e l’altra è l’atteggiamento di Paolo Bonolis, spalleggiato dall’inseparabile partner televisivo Luca Laurenti nella parte del finto tonto, all’insegna di una volgarità di cui il conduttore si è rivelato maestro anche in altri programmi. Anche la scelta delle categorie opposte chiamate a fronteggiarsi è discutibile. Le prime quattro puntate dell’edizione 2016 hanno visto “Normali” contro “Diversi”, “Integratori” contro “Bucatini”, “Belli” contro “Brutti” e “Carne” contro “Spirito”. Il livello, insomma, è quello che è: dal volgarotto al pecoreccio, con frequenti scadimenti nel vero e proprio trash.

E pensare che il finale della sesta edizione, nel maggio 2010, sembrava aver messo la parola “fine” alla serie, con Bonolis a pronunciare la frase “Acta est fabula” e una sequenza in cui compariva la modella nei panni di Madre Natura vestita a lutto, che posava un fiore ai piedi di una lapide tombaria con su scritto “Ciao Darwin”, le date dalla prima e dell’ultima puntata (03/10/1998 e 21/05/2010) e “Riposa in pace”. Non a caso, l’edizione 2016 ha scelto come sottotitolo – anch’esso di dubbio gusto – la “La resurrezione”.
Sappiamo da tempo che in tv non c’è limite al peggio, ma in questo caso il basso livello del programma risalta ancora di più rispetto all’ambiziosa definizione che fin dall’esordio ne hanno dato gli autori, definendolo “il più divertente e scanzonato show antropologico della televisione, che continua il suo processo evolutivo alla ricerca delle caratteristiche dell’uomo e della donna del terzo millennio”. Darwin, addio…
MARCO DERIU 07 apr 2016 00:00