di MAURO TONINELLI
11 nov 2015 00:00
L'ombra del doping sul sistema Russia
Il doping è una delle malattie dello sport; quello sport che ormai da anni risalta per uno, a turno, dei suoi tanti mali: soldi, scommesse, doping, corruzione…

Ma al di là della cronaca spiccia (la giustizia farà il suo corso) fa riflettere il coinvolgimento dello stato. Chiaro che atleti di tutto il mondo, ahinoi, si dopano e cercano modi per migliorare le proprie prestazioni spesso al limite del lecito, a volte oltrepassandolo ed è chiaro che non si può circoscrivere questa piaga ad un solo sport e ad una sola nazione. Ma la scelta, in questi casi, è del singolo atleta o di un gruppo di persone tra cui l’atleta. Ad allarmare qui è che la scelta, secondo quanto scritto da Wada, sarebbe orchestrata dallo Stato russo o quantomeno che questo ne sia partecipe consapevole. Se fosse vero…
E allora ecco venire alla mente i precedenti storici che fanno impallidire: DDR della Germania dell’est o Regimi nazionalisti che legavano alle prestazioni sportive la propria immagine. Una prestanza fisica e atletica che mostrasse al mondo intero quanto quella “razza” (e il termine è chiaro) fosse migliore di altre e quindi giustificasse, anche così, una propria egemonia. Ma si può passare anche per altri motivi, più economici e di prestigio o in stati anche meno evidenti come Usa, Finlandia o la nostra Italia.
Forse fantascienza storica di ritorno o fanta-politica di chi scrive. Forse. Qualcuno dice che sia un complotto contro la Russia. La giustizia, ribadisco, farà il suo corso. Anche per il bene della Russia e dei suoi atleti. Certo è che Putin, numero uno della Russia, non ha lesinato l’uso delle proprie prestazioni sportive, in video e fotografie, durante tutti i suoi anni di governo. Non si fatica a trovarne traccia.Quando si dice che lo sport, a volte, può essere molto di più di quel che sembra…

MAURO TONINELLI
11 nov 2015 00:00
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