lock forward back pause icon-master-sprites-04 volume grid-view list-view fb whatsapp tw gplus yt left right up down cloud sun
di LUCIANO ZANARDINI 01 ott 2025 16:08

L’ora delle scelte

“E noi, comunità cristiana, possiamo dire qualcosa?”. È l’interrogativo che don Raffaele Licini, parroco di San Benedetto (quartiere Primo Maggio), ha rivolto ai suoi fedeli al termine della celebrazione domenicale. E l’ha fatto l’indomani di una partecipata manifestazione per la Palestina che ha attraversato il suo quartiere e si è fermata, simbolicamente, davanti allo stabilimento della Leonardo Spa.

Migliaia di persone hanno scelto di esserci. Noi non possiamo – questo l’appello – restare indifferenti. In passato, l’azienda ha fatto anche delle donazioni alla parrocchia: “Siamo pronti come comunità a restituire i soldi? Siamo pronti a fare delle scelte? Viviamo – ha raccontato, successivamente, al telefono – in un territorio che ha già dato (dal Pcb alle Antenne 5G, solo per fare alcuni esempi, nda) molto all’ambiente e alla salute. E se avessimo tra le mani una bomba a orologeria? Abbiamo il dovere di informarci su che cosa viene prodotto a pochi metri di distanza dalle nostre case. Abbiamo il diritto di chiedere spiegazioni sul percorso e sulla destinazione finale delle armi. Anche le istituzioni dovrebbero farsi le stesse domande. Dobbiamo avere la forza di scuotere le coscienze”.

Leonardo Spa è il primo produttore di armi nell’Unione Europea, il secondo in Europa, il 13° nel mondo. Come sottolinea l’osservatorio The Weapon Watch “l’ex Finmeccanica ha perseguito, negli scorsi decenni, la dismissione di quasi tutti i settori produttivi civili, per dedicarsi al core business della guerra. Il capitale non è italiano. A parte la quota del 30,2% detenuta dal Ministero delle finanze, il 51,8% è nelle mani di investitori istituzionali (cioè banche, fondi d’investimento e fondi pensione) per la gran parte britannici e statunitensi”. Il presbitero si è chiesto (senza avanzare risposte) come una comunità si pone di fronte alla guerra e allo sterminio delle persone. E, più in generale, possiamo aggiungere: come ci comportiamo rispetto ai tanti conflitti in atto nel mondo? Passiamo oltre? Siamo pronti a scendere anche in piazza? Ci scandalizziamo ancora dell’economia di guerra? Il Papa, nel frattempo, ha chiesto di intensificare la preghiera per la pace. Il 29 ottobre ci saranno due momenti significativi in Diocesi (in pausa pranzo in Cattedrale e alla sera nel chiostro di San Francesco) per accompagnare il viaggio in Terra Santa dei Vescovi lombardi. E le associazioni e i movimenti cattolici hanno chiesto a tutti i Comuni di adottare un unico documento coraggioso e chiaro di sostegno pieno alla pace. Basta tergiversare.

LUCIANO ZANARDINI 01 ott 2025 16:08