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Brescia
di RAFFAELLA FALCO 29 mag 2025 09:15

La gloria dei buoni a nulla

Facile e liberante dire che Dio ci sceglie e ci ama non per particolari abilità e nemmeno per i titoli di cui andiamo così fieri. Facile portarne le prove, testi alla mano, di cui la Bibbia è ricca. Meno facile crederci. Decisamente difficile accettare i propri limiti, quando hai gli occhi di tutti puntati addosso e non puoi deludere le attese di chi ha scommesso tutto su di te. Ma chi sono questi tutti? I tuoi genitori? Magari tuo nonno, o addirittura il tuo bisnonno che non hai nemmeno conosciuto, ma che ti scruta dal quadro del salotto bello, un’intera generazione di avvocati, medici, farmacisti, operai, insegnanti, artigiani e commercianti, tutti a dirti che devi o non devi fare il loro mestiere. E poi ci sei tu, che sei il più spietato giudice di te stesso. Gli altri li puoi anche evitare. Dai tuoi genitori, prima o poi, prenderai le distanze e – sarebbe una grazia! – arriverai persino a perdonarli, ma è con la collezione di sguardi che hai accumulato che dovrai sempre fare i conti, perché sono diventati i tuoi occhi, quelli che allo specchio vogliono vedere il tipo di persona che il tuo “dover essere” ti impone: perfetta e senza limiti. È lo specchio che abbiamo sempre tra le mani. È l’interfaccia con cui Dio ha a che fare quando vuole guardarci, parlarci, amarci. Cioè, sempre. E il bello di questa storia è che, proprio quando ci scopriamo mancanti, strutturalmente limitati, potremmo imbatterci in Qualcuno che ci vuole bene così come siamo, difetti inclusi, perché, quando ci ha creati e salvati, l’ha fatto prendendoci a scatola chiusa. Noi non riusciamo a vederci così? Dio, sì.

E non è vero, come forse ci hanno raccontato, che “dobbiamo fare i bravi” per meritarci il Suo amore. Semmai, sarà il Suo amore a farci diventare bravi. A quasi 60 anni, ho vissuto tante esperienze spirituali, ma nessuna capace di ribaltare la mia vita quanto l’incontro con i personaggi della Bibbia, tutti con qualche difetto di fabbrica. Ed è esattamente in quella crepa che Dio si infila per compiere la Sua salvezza, la nostra salvezza. Su questo tema riflette il domenicano Sylvain Detoc nel libro: “La gloria dei buoni a nulla. Guida spirituale per accogliere l’imperfezione” (Libreria Editrice Vaticana), presentato a Brescia la settimana scorsa. Abramo, capostipite di una discendenza numerosa, è sposato con una donna sterile. Mosè, un politico portavoce di Dio, è balbuziente. Pietro, un codardo, diventa il primo Papa… Che bella squadra! Potrei farne parte anch’io, se, invece di accanirmi contro i miei difetti per diventare amabile, mi lasciassi amare da chi non vede l’ora di farlo. Senza condizioni.

(Foto Chiesa di Milano)

RAFFAELLA FALCO 29 mag 2025 09:15

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