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di LUCIANO ZANARDINI 02 gen 2021 08:11

La speranza, slancio del cuore

La pandemia non è finita. Lo dicono i contagi, lo dicono purtroppo i tanti, troppi, morti che ogni giorno annunciamo.

Secondo alcune stime, ci vorranno circa sei mesi per vaccinare gli operatori sanitari e gli over 80. Siamo, quindi, solo all'inizio. Poi sarà il turno delle altre fasce della popolazione a partire dagli over 60 e dal personale scolastico. È giusto confidare in un 2021 in discesa, ma è altrettanto importante non abbassare la guardia.

Durante le festività in molti hanno provato l'imbarazzo di rifiutare un invito per un aperitivo o per un pranzo in casa con gli amici. Pur nel rispetto delle regole (e delle invenzioni all'italiana tipo una visita al giorno...), non era e non è opportuno farlo. Proprio perché manca relativamente poco alla meta, non possiamo abbassare la guardia.

Ad oggi ridurre la socialità, anche se costa fatica, è l'unica strada sicura per frenare la diffusione del virus.

Il 7 gennaio il nostro Paese riproporrà la suddivisione in colori che tanto ha fatto discutere. Incomincerà anche il rimpallo delle responsabilità tra enti locali e governo nazionale. 

Il 2021, per fortuna, porta con sé anche le parole del Papa, con l'invito a prendersi cura degli altri, e del presidente Mattarella. Il Capo dello Stato in un discorso di alto profilo ci ha ricordato da dove dobbiamo ripartire:

"La pandemia ci ha fatto riscoprire e comprendere quanto siamo legati agli altri; quanto ciascuno di noi dipenda dagli altri. Come abbiamo veduto, la solidarietà è tornata a mostrarsi base necessaria della convivenza e della società.

Solidarietà internazionale. Solidarietà in Europa. Solidarietà all'interno delle nostre comunità.

Il 2021 deve essere l'anno della sconfitta del virus e il primo della ripresa. Un anno in cui ciascuno di noi è chiamato anche all'impegno di ricambiare quanto ricevuto con gesti gratuiti, spesso da sconosciuti". 

Tra i tanti auguri ricevuti in questi giorni, una persona saggia mi scrive:

"Abbiamo bisogno di coltivare il massimo della speranza per ridurre al minimo le paure e le ansie. Il grande Havel diceva che la speranza non è la certezza che tutto andrà bene, ma è una dimensione dell’anima, uno slancio dello spirito e del cuore per infuocare la vita".






LUCIANO ZANARDINI 02 gen 2021 08:11