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di CLAUDIO PAGANINI 19 feb 2015 00:00

La teoria dell'elettricista

Grande valore la responsabilità di assumersi le colpe, di accettare i propri sbagli, di non sentirsi onnipotenti e al di sopra di ogni giudizio

La giustizia sportiva è famosa per la velocità, la serietà e l’intransigenza con cui punisce gli atleti che sbagliano. Basti pensare ai casi di doping o di scommesse sportive. Prima ancora che la giustizia ordinaria possa concludere le indagini, la giustizia sportiva ha già emanato sentenze di allontanamento e punizione dei colpevoli. La stessa giustizia vale anche sui campi da gioco? L’ex allenatore della nazionale italiana di pallavolo, Julio Velasco, ha declinato la teoria degli alibi.

Durante questo sport di squadra possiamo distinguere tra diversi ruoli: chi riceve la palla, chi la alza e chi poi la schiaccia nel campo avversario. La leggenda racconta che quando lo schiacciatore sbaglia a colpire la palla, si affretta a dar la colpa all’alzatore che è stato impreciso nel passaggio; a sua volta l’alzatore accusa il ricevitore di aver passato male la palla; il ricevitore, non potendo accusare né scaricare la colpa sugli avversari che hanno lanciato la palla su di lui, si affretta ad applicare la teoria degli alibi, secondo la quale il cattivo passaggio nasce da un faretto che lo ha accecato perché l’elettricista lo ha collocato in un punto sbagliato. È dunque l’elettricista il colpevole se la squadra ha giocato male o non ha fatto quel punto gioco. Gli atleti non faticano a trovare un alibi per scaricare le responsabilità sugli altri.

Grande valore la responsabilità di assumersi le colpe, di accettare i propri sbagli, di non sentirsi onnipotenti e al di sopra di ogni giudizio. Forse perché, se la colpa è degli altri tu puoi evitare di correggerti, di allenarti un po’ di più, di migliorare, di chiedere aiuto ai tuoi compagni nei momenti di difficoltà. Un atleta dovrebbe essere maestro e testimone soprattutto in questo grande valore del non cercare mai alibi quando si perde, ma nel gestire le sconfitte e le vittorie come due facce analoghe della stessa medaglia.

Quante teorie degli alibi si possono applicare a chi ha scritto o letto male, a chi ha predicato male, a chi ha studiato o insegnato male. Tutti quanti nella vita hanno un elettricista finale cui attribuire le colpe dei propri errori.

Qualcuno potrà obiettare: negli sport all’aria aperta non c’è l’illuminazione. Ma anche qui, qualcuno si diverte a cercare l’elettricista del creato, incolpando sempre Dio, tra bestemmie e insulti, delle proprie incapacità e dei propri limiti. Nella vita, in tutte le vite, c’è sempre un elettricista che diventa l’alibi per non cambiare e non convertirci.
CLAUDIO PAGANINI 19 feb 2015 00:00