Libano: alla scoperta delle radici cristiane
La missione in Libano è stata emozionante e piena di nuove scoperte. La spedizione organizzata con un collega parlamentare del gruppo dei conservatori, Nicolas Bay, è stata condotta insieme all’associazione “S.O.S. Cristiani d’Oriente” che si pone l’obiettivo di difendere le comunità cristiane nei luoghi in cui sono nate, nella culla della fede. Andare in Libano rappresentava una priorità: desideravo prendere visione della situazione in una delle terre più instabili nello scenario internazionale. Questo desiderio persegue una delle battaglie che, da inizio mandato, mi sono imposto di condurre nel Parlamento europeo: la difesa delle radici cristiane e della fede in Cristo. Quello che abbiamo trovato e i luoghi che abbiamo avuto la fortuna di visitare sono sì contraddistinti e permeati da storia e identità, ma anche da molta distruzione e sofferenza. Vedere con i nostri occhi i villaggi di Alma Chaab, Yaroun e Derdghaiya devastati con chiese bombardate, mi porta a pensare che, da uomo nelle istituzioni, gli sforzi fatti per garantire la libertà religiosa e la tutela dei cristiani in quelle terre non sono ancora abbastanza. Ho avuto la possibilità di incontrare e di confrontarmi con le autorità locali come il Ministro della Giustizia Adel Nassar, con il quale abbiamo affrontato diversi temi che stanno interessando la giustizia libanese dalla lotta alla corruzione all’estremismo e il vice presidente del consiglio dei Ministri, Tarek Mitri, con cui ci siamo confrontati sullo stato dei cristiani nella regione e come questi rappresentino i custodi di una cultura, una fede, un patrimonio storico che non può e non deve andare perduto.
L’emozione più grande è stata durante le audizioni con i rappresentanti della cristianità: il Vescovo greco-cattolico di Tiro, monsignor Georges Iskandar, che ci ha accompagnato nel Sud del Libano, una delle aree più instabili del Medio Oriente, dove le comunità cristiane sono oggi maggiormente sotto attacco; il Vescovo maronita di Antelias Monsignor Antoine Bou Najem e il Vescovo siriaco-cattolico di Beirut Monsignor Charles Georges Madr, figura di grande rilievo nella gestione dei rapporti tra le Chiese della regione e il dialogo con le altre confessioni religiose. Un’esperienza che ci impone di lavorare ancora di più all’interno delle istituzioni europee, per trovare soluzioni che valorizzino speranza, pace ed equilibrio in Medio Oriente e che permettano ai cristiani di professare liberamente la propria fede. Infine ci prodigheremo per lanciare un progetto che possa essere un valido aiuto delle comunità cristiane conosciute in quelle terre.