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di MASSIMO VENTURELLI 02 apr 2015 00:00

Non gioco più, me ne vado... o forse no!

In politica e in quel vasto campo che una volta era definito "prepolitico" ma che oggi appare sempre più come "parapolitico" cresce l'insofferenza al confronto e alla sue regole...

No, non si tratta di un omaggio a Mina, che pure nei giorni scorsi ha festeggiato il suo 75° compleanno. Non c’è modo migliore che quello del titolo della canzone della “Tigre di Cremona” per riassumere quello che sta avvenendo nel mondo della politica e della “parapolitica”.

Nel Pd Renzi (che può piacere o meno, che è premier senza alcuna investitura elettorale, che forse è un pochino arrogante, ma che è stato votato con percentuali altissime alla segreteria del suo partito) è costantemente alle prese con quella minoranza che, non vedendo riconosciute alcune sue proposte, minaccia di mettere in difficoltà l’esecutivo e le sue riforme nei passaggi parlamentari.

Pur comprendendo la frustrazione che è connessa alla condizione della minoranza, è bene ricordare che è parte del gioco della democrazia il dovere accettare ciò che i più decidono. E se non si vuole sottostare a queste regola, c’è sempre la via di uscita delle dimissioni... Ma non si resta, minacciando sempre e comunque...

In quello che può essere considerato il campo della parapolitica si muove invece Landini che, dopo averlo annunciato, nei giorni scorsi a Roma ha lanciato il suo movimento di pressione politica “Coalizione sociale”. L’obiettivo è mettere un freno a quello che, probabilmente, considera il governo più reazionario della storia repubblicana italiana, anche più di quelli presieduti da Berlusconi...

Difficile immaginare come possa arrivare Landini laddove nulla possono nemmeno i partiti politici che pure cercano di avversare Renzi. Il vero problema, però, non sembra essere l’efficacia della creatura di Landini, ma il fatto che abbia assunto questo nuovo ruolo senza lasciare la Fiom, esponendo il sindacato all’accusa di collateralismo e commistione con la politica. Forse un po’ di chiarezza in più anche qui non avrebbe guastato, sia a Landini che alla Fiom, anche se è vero che chi lascia la strada certa per la nuova....
MASSIMO VENTURELLI 02 apr 2015 00:00