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di LUCIANO ZANARDINI 05 gen 2016 00:00

Orfani di figure di riferimento?

Che fine hanno fatto il prete, il medico della mutua e il sindaco? Che ruolo hanno oggi?

Siamo una società che, improvvisamente, si è ritrovata orfana. Che fine hanno fatto il prete, il medico della mutua e il sindaco? Un tempo erano il collante della comunità e rappresentavano i punti di riferimento della gente. E oggi? Il sacerdote ha perso molta credibilità in una contemporaneità apparentemente sempre più indifferente rispetto al tema religioso. Alle prese con riunioni su riunioni, programmazioni e commissioni varie, spesso non ha più il tempo per coltivare le relazioni. Corre il rischio di diventare un burocrate, un dispensatore di sacramenti. E ha, in molti casi, una tremenda paura di urtare le sensibilità altrui. Resta sempre valida la massima, già ricordata in altre occasioni, del Santo Curato d’Ars, cioè l’invito rivolto ai sacerdoti di cercare di piacere a Dio, non a qualcuno e non a tutti.

Se guardiamo al tema della cura, il medico della mutua, insieme al farmacista, incarnava il sapere. Oggi il suo ruolo non è per nulla riconosciuto, anzi è visto come un intermediario inutile (poco importa se poi affolliamo il Pronto Soccorso per delle sciocchezze), anche perché la categoria ha deciso, di fronte a pazienti riottosi, di demandare ai professionisti le singole diagnosi.

Infine, c'è il sindaco 2.0. Comunica, anche in maniera quasi compulsiva, attraverso i social ma limita il contatto diretto con i cittadini. In alcune realtà, il Sindaco non riceve, ma legge e risponde via email alle istanze... Il più delle volte non è il sindaco di tutti, perché si lascia imbrigliare dalle assurde logiche dello scontro tra maggioranza e opposizione. Con l'attuale legge elettorale, chi vince le amministrative governa senza contraddittorio, tanto i numeri sono dalla sua parte. Ma certo questo non giova al primo cittadino perché il confronto è il sale della democrazia. Paga anche l'assenza di una cultura dell'opposizione: è facile governare, è più difficile formulare proposte alternative... Il sindaco 2.0 è, comunque, il parafulmine di tutto quello che succede in un dato territorio, perché deve essere informato della caduta di ogni singola foglia. Una chiara forma di assistenzialismo ha permeato tutta la comunità, che davanti ai problemi cerca la soluzione ai piani alti e non incoraggia il positivo protagonismo della società civile. Il sindaco, visto che si muove sui social, deve anche essere disponibile 24 ore su 24. E cosi arriva a fine mandato stressato e disilluso, perché una buca da sistemare è più importante di tutto il resto.

Tutti abbiamo un prete, un medico e un sindaco. I vostri hanno qualcosa in comune con questi?
LUCIANO ZANARDINI 05 gen 2016 00:00