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di CAMILLO FACCHINI 28 apr 2016 00:00

Per loro non c'è tregua

Prende sempre più corpo l’idea che l’Ue si debba dotare di una strategia di investimento

Se non è la natura è l’uomo, se non è l’uomo è la politica, ma per i migranti non c’è tregua. L’Austria ha deciso la realizzazione di un “muro”, come se la storia non avesse mai insegnato nulla: altra cosa è ritornare indietro da Schengen (zona di libera circolazione dove i controlli alle frontiere dei 26 paesi aderenti sono stati aboliti per tutti i viaggiatori, salvo circostanze eccezionali). Zygmunt Bauman – inventore del concetto di società liquida – sostiene che chiudere la porta non garantisce sicurezza, e la storia l’ha dimostrato. Non è stato al sicuro dietro al muro di Berlino il socialismo reale, non è stato eterno il Vallo di Adriano ed anche la Muraglia cinese – unica opera umana terrestre visibile dalle stratosfere – costata fatica e lavoro per otto anni per tremila chilometri costruiti dal 246 avanti Cristo – non è stata alla fine in grado di difendere la Cina dall’assalto dei Mongoli.

Questo per dire che se non sarà il Brennero sarà un altro passo alpino e non sarà certo un muro a fare da argine alla disperazione. Quale strategia sui migranti? Un tempo alle prese con le quote latte, e prima – visto che siamo a Brescia – con le quote siderurgiche, oggi l’Europa è alle prese con le quote dei migranti, dopo essersi ben presto accorta di quanto sia molto più complesso (e costoso) gestire centinaia di migliaia di persone in fuga, piuttosto che trovare un accordo sulle merci. Prende così sempre più corpo l’idea che l’Ue si debba dotare di una strategia di investimento e si parla così sempre più spesso di migration bond. Un’idea italiana che la Germania ha definito “senza basi” e che non accetterà mai.

Si era iniziato a parlarne nel 2011, ma l’idea non è mai andata in porto. Si tratta - in sintesi - di un ipotetico meccanismo con cui vengono emesse (da un’apposita agenzia dell’Unione europea) obbligazioni del debito pubblico dei Paesi dell’eurozona, garantite congiuntamente dagli stessi Paesi dell’eurozona che l’Italia (ottomila chilometri di coste quindi impossibilitata ad un controllo globale) vorrebbe integralmente coinvolta nella gestione dei profughi. Sugli strumenti finanziari per affrontare la crisi dei migranti, tra le proposte giunte a Bruxelles, oltre a quella italiana del premier Matteo Renzi, c’è anche quella tedesca di una tassa sulla benzina, di cui il ministro tedesco Wolfgang Schaeuble “ha già discusso col presidente Jean Claude Juncker”. Per il momento è tutto fermo e… grande è la confusione sotto il cielo.
CAMILLO FACCHINI 28 apr 2016 00:00