Sazio di amici
Ancora fresca nella memoria l’immagine dei due giovani appena canonizzati, ci imbattiamo nella vita di Alberto Marvelli (1918-1946), vissuto a Rimini negli anni della disfatta bellica, dell’immediato dopoguerra e della ricostruzione. Un giovane impegnato nella storia a tutto campo e per tanti aspetti molto simile a san Pier Giorgio Frassati, che sceglie come modello di vita. È questo uno dei tanti aspetti che fanno di questa figura un esempio luminoso per noi oggi, la capacità di circondarsi di presenze buone, di cui godere la bella compagnia. Dove li troviamo amici così? Nella vita di tutti i giorni, sembra dirci molto semplicemente Alberto. Sulla terra, nella nostra famiglia e negli ambienti che frequentiamo, ma anche in cielo per quella splendida comunione dei Santi in cui crediamo. Alberto impara presto a cogliere tutto il bene possibile, innanzitutto nei suoi genitori.
Del papà annota: “Mai dimenticherò la sua vita, trascorsa serenamente anche nei momenti dolorosi di maggiori preoccupazioni. Fu cristiano nel senso completo della parola, senza mezze misure, senza rispetti umani, senza ostentazione. Sincero, sorridente, sempre in grazia” e da lui impara. Della mamma coglie la fermezza e la carità e impara: “È il nostro angelo consolatore, è la nostra consigliera più preziosa. Con quale bontà ci rimprovera i ritardi e le mancanze, con quanta affettuosa severità sorveglia la nostra vita spirituale e materiale. Sull’esempio di Cristo è tutto a tutti, con i familiari e con gli estranei e con i poveri. Non uno che ha bussato alla nostra porta è stato rimandato a mani vuote. Dà senza volere ringraziamenti e gratitudine, perché li aspetta da Dio”. E poi si circonda di amici con i quali si confronta sulle questioni serie della vita, guidato da figure di spicco del mondo universitario cattolico (Fuci), come Benigno Zaccagnini, Aldo Moro e altri, che si pongono l’importante obiettivo di “santificare l’impegno universitario fino a farne una forza capace di cambiare la vita del Paese”. L’assistente nazionale del movimento è il giovane futuro papa Giovanni Battista Montini. Sono gli anni più intensi del suo impegno spirituale, sociale e politico. Ma non gli basta. Intuisce la necessità di farsi degli amici anche in cielo: tra tanti, sceglie in particolare Domenico Savio e Pier Giorgio Frassati, giovani come lui: “Domani compio 18 anni. Mi sforzerò di imitare Pier Giorgio Frassati. Sto rileggendo la sua vita, che già mi fece tanto bene”. Sazio di belle e sante relazioni, muore in un incidente stradale a soli 28 anni. Gli amici buoni e santi ci sono anche oggi per noi. Basta cercarli e trovarli.