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di LUCIANO PACE 10 set 2015 00:00

Scuola: la vera preparazione

Come ogni anno, la scuola sta per ricominciare. Sono molti gli argomenti sul tavolo della discussione...

Come ogni anno, la scuola sta per ricominciare. Sono molti gli argomenti sul tavolo della discussione: la legge sulla “Buona scuola”, con tutto ciò che comporta; il rincaro dei libri di testo; l’opportunità o meno della settimina corta; ecc… In mezzo a tutte queste discussioni capita anche di sentire alla radio alcuni spot pubblicitari per i saldi di fine stagione che utilizzano, per analogia, la parola “promozione” mutuandola dal contesto scolastico.

Che cosa vogliono tutti coloro che, da una parte, stanno per cominciare l’anno scolastico e, dall’altra, andranno anche ad affollare i negozi per gli acquisti di fine estate? “Promozione”, ovviamente! Di là dalla fortunata e simpatica analogia, potrebbe essere utile riflettere sul valore della “promozione” in ambito scolastico, per mostrare come, in realtà, essa non sottostia strettamente alla logica dei consumi. Promuovere la crescita intellettuale, sociale, etica e spirituale di uno studente non è come promuovere le vendite di fine stagione. Salvo pensare alla scuola solo come ad un centro commerciale in cui si vendono e si contrattano beni intellettuali, nella speranza che siano utili e spendibili nel futuro in fase di ricerca lavorativa. Al contrario, è proprio la scuola, quando è ben fatta, uno dei pochi luoghi e tempi educativi in cui è possibile insegnare ancora l’esistenza di qualcosa che, pur eminentemente pubblico e commerciabile, non si acquisisce in maniera commerciale: la conoscenza, nelle sue varie forme. C’è diversità di intenti fra la scuola e il commercio: chi commercia beni materiali vende i suoi prodotti per ottenerne un personale, legittimo ed economico profitto; chi studia o insegna ottiene il suo profitto socializzando “prodotti” spirituali che, per loro stessa natura, sono pubblici e gratuiti. Tutto questo non significa che il commercio in sé sia sbagliato o dannoso per la crescita umana. Nessuno si fa adulto finché non impara a gestire denaro autonomamente e onestamente.

Piuttosto, è l’applicazione alla scuola della logica del consumo che non dà ragione del perché essa non sia una forma di commercio. La formazione della persona prevede l’armonico sostare di fronte alle bancarelle del mercato e dietro i banchi scolastici. Infatti, ricorda Confucio “quando la stoffa ha la meglio sulla cultura, ne risulta il rozzo. Quando la cultura ha la meglio sulla stoffa, ne risulta il pedante. Occorre che cultura e stoffa siano in armonia perché ne risulti il Signore”.
LUCIANO PACE 10 set 2015 00:00