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di LUCIANO ZANARDINI 09 lug 2025 16:08

Segno concreto di speranza

“Fiorenzo, questa sarà la terra della tua missione”. Risuonano profetiche le parole pronunciate da fra Mosè Bonardi, che nel 1960 aveva aperto la missione ad Afagnan nel Togo, al giovane 18enne Fiorenzo Priuli. E pensare che Fiorenzo, in quel di Cemmo, aveva in animo di diventare un meccanico/carrozziere. Invece si è ritrovato, nel 1969, a curare come infermiere i lebbrosi e i malati di tubercolosi. Si ammala lui stesso di tubercolosi e decide di studiare medicina. Diventato medico, da più di 50 anni è in prima linea per cercare di essere un segno di speranza in una terra dove il diritto alla salute non è per tutti. A fra Fiorenzo, religioso dell’Ordine fondato da San Giovanni di Dio, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha conferito la Medaglia d’Oro al merito della Sanità Pubblica. È anche un riconoscimento ai Fatebenefratelli che hanno fatto e fanno dell’ospitalità il loro carisma principale. Il missionario dell’ospitalità è colui che dà la vita per un ideale profondo: l’annuncio del Vangelo.

E l’impegno, iniziato 500 anni fa, prosegue, grazie anche a quanti, da lontano, sostengono i progetti. L’Italia (e in precedenza la Francia) rende omaggio a una vita spesa al fianco dei più fragili e che dà valore all’impegno condiviso dai Fatebenefratelli, dai volontari e da chi, da lontano, continua a credere in questa missione, come l’associazione Uta onlus. L’Associazione sostiene gli ospedali di Tanguiéta (Benin) e di Afagnan (Togo), presidi di cura per migliaia di persone, dove opera fra Fiorenzo. È anche grazie al suo impegno che Tanguiéta è riconosciuto come modello di sanità pubblica. In 50 anni, il nosocomio è passato da 82 a oltre 420 posti letto: serve un territorio di circa 200mila abitanti, è il punto di riferimento per i centri di Tanguiéta, Materi e Cobly ed è la sede di tirocini per studenti di Medicina dell’Università di Parakou. È in corso la realizzazione del nuovo Pronto Soccorso, con 24 posti letto, una farmacia aperta al pubblico, il servizio di stomatologia e un collegamento funzionale con la radiologia e i reparti di degenza. In parallelo, a Afagnan (Togo), prende forma un reparto di Neonatologia che mira a salvare la vita di tanti prematuri con la costruzione di un padiglione collegato alla maternità, attrezzature moderne e personale formato. I fondi raccolti coprono metà della spesa (400mila euro), ma la ricerca di donatori è aperta.

L’ospedale, ampliato nel tempo, come racconta Priuli, che, nei giorni scorsi, è stato festeggiato anche a Brescia, “è troppo grande per noi operatori, ma è ancora troppo piccolo per loro, perchè le esigenze e i bisogni sono continui”. L’Africa è una scuola di formazione umana e sanitaria al confronto con patologie già debellate come il Tifo o “controllate” come l’Aids. Citando il Presidente dell’Ordine dei Medici di Brescia, Germano Bettoncelli, che ha avuto il merito di segnalare la storia al Presidente della Repubblica, “in un tempo in cui la medicina sembra dominata dalla tecnologia, dall’efficienza e dalla specializzazione spinta, l’esperienza di fra Fiorenzo ci ricorda che l’essenza vera della professione è ancora fatta di sguardi, di mani che curano, di presenza reale”. Oggi, noi corriamo il serio rischio, come sottolinea Francesco Castelli, rettore di UniBs, di “allontanare il paziente dal cuore del malato”, ma gli aspiranti o specializzandi medici bresciani che, oggi, fanno pratica in Uganda, in Burundi, in Mozambico e in Burkina Faso, quando tornano “sono sicuramente medici migliori”.a Fiorenzo ci ricorda che l’essenza vera della professione è ancora fatta di sguardi, di mani che curano, di presenza reale”. Oggi, noi corriamo il serio rischio, come sottolinea Francesco Castelli, rettore di UniBs, di “allontanare il paziente dal cuore del malato”, ma gli aspiranti o specializzandi medici bresciani che, oggi, fanno pratica in Uganda, in Burundi, in Mozambico e in Burkina Faso, quando tornano “sono sicuramente medici migliori”.

LUCIANO ZANARDINI 09 lug 2025 16:08

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