Ora lo Spirito Santo ispiri i leader alla pace
“È stato un incontro commovente al cospetto della tomba dell’apostolo Pietro. Preghiamo affinché lo Spirito Santo, lo Spirito di Cristo Risorto, ispiri i cuori e le menti dei leader contemporanei con lo spirito della pace”. Lo ha detto S.B. Sviatoslav Shevchuk, arcivescovo maggiore di Kyiv, nel videomessaggio settimanale per la 167ma settimana di guerra facendo riferimento all’incontro tra il Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump e il Presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky, che si è svolto nella Basilica di San Pietro a margine dei funerali di Papa Francesco. “Ho avuto l’onore di guidare la delegazione della nostra Chiesa ai funerali del Santo Padre”, ha detto Shevchuk. “É stato altrettanto commovente dare il benvenuto alla delegazione ufficiale dell’Ucraina guidata dal Presidente Volodymyr Zelensky”. Prima dell’inizio della celebrazione, Sua Beatitudine Sviatoslav ha salutato Zelensky e durante il colloquio con il Capo di Stato ucraino, Shevchuk lo ha ringraziato per la sua presenza sottolineando la particolare importanza di Papa Francesco per la Chiesa greco-cattolica ucraina e per il Popolo ucraino. “Lo ricorderemo sempre come il Papa della misericordia e il Papa della speranza, come il Papa che ha proclamato la Chiesa Cattolica una Chiesa che accoglie tutti, definendola un ospedale da campo che cura le ferite”. “Come Vicario di Cristo sulla terra, come successore dell’apostolo Pietro, ha fatto tutto il possibile per porre fine alla guerra”.
“Papa Francesco ha sempre affermato: quando l’umanità intraprende guerre, perde, perché dopo ogni guerra lascia il mondo peggiore”.
L’Ugcc, la Chiesa greco-cattolica ucraina, ha dedicato un Dossier che ripercorre i “gesti” compiuti da Papa Francesco per l’Ucraina che “rimarranno nella storia”. “Il Popolo ucraino lo ringrazia per la Sua instancabile voce in difesa della ‘martoriata Ucraina’”, si legge nell’introduzione. Dall’inizio del suo pontificato nel 2013, Papa Francesco ha rivolto particolare attenzione all’Ucraina, e dal 2022, quando è iniziata l’aggressione su vasta scala della Russia, questa attenzione si è trasformata in costante cura e richiesta di preghiera.
“Sullo sfondo di scosse geopolitiche la voce del Papa è stata la più rilevante nel mondo in relazione alla sofferenza del Popolo ucraino”.
L’Ugcc ricorda le parole – «Preghiamo per la martoriata Ucraina», — “diventate un costante refrain nelle dichiarazioni pubbliche del pontefice” e ripetute ogni domenica, dopo la preghiera dell’Angelus, nelle udienze generali settimanali, nei messaggi natalizi e pasquali fino al penultimo giorno della sua vita a Pasqua. Ad aprile 2022, quando vennero alla luce le atrocità commesse dalle truppe russe a Bucha, Papa Francesco, durante l’udienza generale in Vaticano, di fronte a tutti i credenti, ha srotolato la bandiera ucraina insanguinata portata dalla città di Bucha. Ha baciato tale bandiera, invitando a raggiungerlo i bambini, rifugiati dall’Ucraina scappati dalla guerra.
Il livello più alto dell’attenzione di Papa alla questione ucraina è stata la sua lettera indirizzata al Popolo ucraino, pubblicata il 24 novembre 2022, dopo nove mesi dall’inizio dell’invasione russa su vasta scala. “Vorrei unire le mie lacrime alle vostre e dirvi che non c’è giorno in cui non vi sia vicino e non vi porti nel mio cuore e nella mia preghiera. Il vostro dolore è il mio dolore”.
Il 1 febbraio 2025, in collegamento da Casa Santa Marta, Papa Francesco si è rivolto ai giovani ucraini in un incontro online, organizzato dalla Nunziatura Apostolica in Ucraina insieme a Sua Beatitudine Sviatoslav, presso la Cattedrale Patriarcale della Resurrezione di Cristo di Kyiv. I partecipanti da Kyiv, Leopoli, Kharkiv, come pure da Varsavia, Monaco di Baviera, Chicago e Toronto hanno condiviso testimonianze di vita durante la guerra.
Un contributo significativo di Papa Francesco al sostegno del popolo ucraino è stato il progetto umanitario «Il Papa per l’Ucraina», avviato il 24 aprile 2016. Su iniziativa del Santo Padre, nelle chiese cattoliche d’Europa si è svolta una raccolta fondi a favore delle persone colpite dalle ostilità nel Donbas e degli sfollati interni. Il Papa ha donato personalmente un contributo significativo attingendo ai propri fondi. Durante il periodo dell’iniziativa (aprile 2016 — novembre 2018) sono stati raccolti 15 milioni di euro, di cui 5 milioni provenienti direttamente dalla donazione del Pontefice.
Dopo l’inizio della guerra su vasta scala nel febbraio 2022, il sostegno umanitario del Vaticano all’Ucraina ha assunto nuove forme. Il card. Konrad Krajewski, elemosiniere pontificio (responsabile della carità a nome del Sommo Pontefice), ha visitato personalmente l’Ucraina più volte, anche nelle zone vicine al fronte. Durante i suoi numerosi viaggi, il cardinale ha portato ambulanze e carichi di aiuti umanitari, che venivano distribuiti tra gli ucraini più colpiti, raggiungendo anche e soprattutto i punti più caldi delle ostilità.
Papa Francesco benedice un’ambulanza in partenza per l’Ucraina (Foto Ugcc)
Cura dei bambini ucraini in Vaticano. Un aspetto importante dell’aiuto umanitario è stato il programma di cura per i bambini ucraini colpiti dalla guerra, realizzato presso l’Ospedale Pediatrico vaticano «Bambino Gesù» che su iniziativa di Papa Francesco, ha aperto le sue porte ai bambini ucraini bisognosi di cure complesse e di riabilitazione.
Mediazione per il ritorno dei prigionieri ucraini. Un ambito particolare dell’attività umanitaria di Papa Francesco è stato il sostegno al ritorno dei militari e civili ucraini prigionieri in Russia. Grazie agli sforzi diplomatici del Vaticano e al personale intervento del Santo Padre, è stato possibile organizzare la liberazione di molti ucraini detenuti in prigionia. Emblematico è stato il caso del ritorno di due sacerdoti della Chiesa greco-cattolica ucraina — Rev. P. Ivan Levytskyy e Rev. P. Bohdan Heleta. La loro liberazione è stata il frutto di negoziati che hanno coinvolto diplomatici vaticani e l’intercessione personale del Papa.
Oltre alle dichiarazioni ufficiali e alle iniziative, Papa Francesco ha dimostrato un profondo legame personale con l’Ucraina attraverso una serie di gesti simbolici. Uno dei momenti più toccanti è stata la sua visita, il 28 gennaio 2018, alla basilica ucraina di Santa Sofia a Roma — una chiesa della Chiesa greco-cattolica ucraina in Italia, costruita dal Patriarca Josyf Slipyj.
Tuttavia, ciò che più ha toccato il cuore degli ucraini è stata la testimonianza personale di Papa Francesco sulla sua preghiera quotidiana. “Voglio raccontarvi un segreto”, ha confidato il Papa a suo tempo. “La notte, prima di andare a dormire, e al mattino, quando mi sveglio, mi incontro sempre con gli ucraini… Ogni sera, prima di coricarmi, bacio l’icona della Madonna della tenerezza, che mi ha regalato il vostro Arcivescovo Maggiore, e al mattino la saluto. Si può quindi dire che incomincio e finisco la giornata in ucraino”.
(Foto Ugcc)
