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Marone
di GIORGIA BARTOLOTTA 15 nov 2021 10:14

L’importanza dell’ascolto

Don Emanuele è il nuovo parroco di Marone, Vello e Sale Marasino

Don Emanuele Mariolini è stato nominato parroco di Marone, Vello e Sale Marasino. Questa sarà la sua seconda esperienza con questo incarico, dopo quella dal 2016 ad oggi, nelle comunità di Bessimo e di Corna di Darfo. Classe 1978 e originario della parrocchia di Terzano, don Emanuele nei primi anni del suo ministero è stato curato, nel tempo, di Saiano, dell’unità pastorale di Urago Mella, di Monticelli Brusati e di Sarezzo.

Cosa è importante nella sua vocazione?

La mia vocazione è stata stimolata dall’esempio del parroco che mi ha battezzato nel 1978, ha accompagnato i miei passi da piccolo, fino alla tappa dell’ordinazione sacerdotale. Un modello attivo e generoso, dedito alla gente, nella semplicità di una vita quotidiana, ma contento di essere prete. Secondo me, sono molto importanti le presenze. L’esserci impegna, richiede semplicità, ma anche fermezza, determinazione e costanza. Per ogni cammino di crescita di un giovane, contano le presenze che intrecciano la sua vita. Presenze che restano fondamentali anche nell’età adulta.

C’è un momento che ha segnato particolarmente il suo percorso?

Probabilmente l’incontro con la realtà salesiana. Ho avuto la fortuna di frequentare, per i tre anni di scuola media, l’istituto salesiano “Casa del fanciullo” di Darfo, vivendo la concretezza della proposta salesiana e il loro modo di raccontare la bellezza del Vangelo e dell’amicizia con Gesù. Ho avuto la fortuna di custodire tutto questo come un tesoro prezioso, soprattutto negli anni da curato, ma anche in questi primi cinque anni da parroco.

Ha mai incontrato una persona che porterà nel suo cuore per sempre?

L’ultimo parroco che mi ha accompagnato da curato, il giorno del mio saluto, ha sottolineato come il cuore di ogni prete, quasi anche grazie ai tanti trasferimenti che vive, continuamente si allarga; nel cuore del prete c’è posto per tanti, per tutti coloro che non si accontentano, ma che hanno il coraggio di andare oltre. Ecco perché nel mio cuore ci sono i volti e le storie di tanti amici che ho incontrato in questi anni.

Ora vivrà la sua seconda esperienza da parroco a Marone, Vello e Sale Marasino. Cosa si porta con sé di quanto vissuto a Bessimo e a Corna di Darfo?

Non è stata una delle destinazioni più semplici, ma ho maturato una grande paternità nei confronti di queste comunità, che nella loro storia hanno sofferto, ma che con grinta hanno accolto il Vangelo.

Passa dalle comunità della Valle Camonica a quelle del Sebino. Cosa ne pensa?

In questi giorni, scherzando, ho detto molte volte che sto aspettando la piena dell’Oglio che mi porta al lago. Questo perché nel mondo le cose non sono poi così distanti. Arrivo in tre comunità ben guidate dai miei predecessori e, anche se ci sarà da mettere in conto un briciolo di fatica nel nostro percorso, dovuto al passaggio da due ad un solo parroco, sono certo di trovare terra fertile, fratelli con cui camminare insieme.

Quali priorità pastorali porterà avanti nella sua nuova comunità?

Non è questo il tempo di programmazioni a tavolino, di priorità da indicare. Bisogna ascoltarsi per conoscersi e conoscersi per camminare insieme. Uno sguardo particolare andrà sicuramente ai più giovani e alle famiglie, che hanno bisogno di stare insieme in maniera piacevole.

C’è un Santo a cui è particolarmente devoto? Una figura a cui si ispira nel corso del suo ministero?

Sicuramente San Giovanni Bosco, che mi ha accompagnato in questi anni con una frase: “Renditi umile, forte e robusto”. Oggi, sono convinto, essere umile significa essere disponibile e pronto, “forte e robusto” per saper condividere la propria vita con gli altri.

GIORGIA BARTOLOTTA 15 nov 2021 10:14