Erbusco: ricordato Sant'Antonio Abate
Allo Zocco di Erbusco non esiste un luogo di culto legato a Sant’Antonio Abate, ma la devozione a questo santo è molto sentita. Sarà per il fatto che la frazione, collocata ai piedi del Monte Orfano, sino agli anni settanta dello scorso secolo era disseminata da tante cascine con annessa stalla, serraglio e porcilaia ed essendo, Sant’Antonio abate, patrono degli animali domestici, gli allevatori di bestiame invocavano lui a protezione del loro bestiame. Nell’iconografia, Sant’Antonio abate, viene raffigurato attorniato da maiali ed altri animali, questo perché le spoglie del Santo, morto ultracentenario nell’anno 250, sono state recuperate nel 561 e dopo un longo peregrinare sono arrivate in Francia, nel secolo XI, a Motte-Sant-Didier, dove è stata eretta una chiesa in suo onore. Il papa dell’epoca accordò ai monaci che custodivano le spoglie di allevare i maiali, dei quali si usava il grasso per curare l’ergotismo (nel Medioevo: male degli ardenti, fuoco sacro o fuoco di Sant’Antonio).
Da oltre 20 anni a questa parte la Messa vespertina del 17 gennaio, festa liturgica di Sant’Antonio abate, viene celebrata presso l’agriturismo “Cascina Carretto”. Quest’anno a presiedere la celebrazione è stato il vescovo, mons. Giovan Battista Piccioli che, nella sua omelia, ha tratteggiato la vita di questo eremita e anacoreta, invitando i fedeli a non avere troppa bramosia per i beni terreni, intensificando la preghiera per dipanare i dubbi di fede che possono colpire tutti.
Al termine della celebrazione, mons. Piccioli, ha benedetto la nuova stalla della struttura agrituristica e gli animali in essa ricoverati. I fedeli presenti hanno anche potuto degustare dei manicaretti del ricco buffet allestito nella struttura agrituristica.
