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Brescia
di REDAZIONE 04 gen 2023 07:05

Marinoni e Pozzi per Maria Stuarda

Le due attrici protagoniste dello spettacolo in scena al Teatro Sociale dal 10 al 15 gennaio per la stagione di prosa del Ctb

Laura Marinoni ed Elisabetta Pozzi dirette da Davide Livermore danno corpo e voce al capolavoro di Schiller “Maria Stuarda”, in scena al Teatro Sociale di Brescia dal 10 al 15 gennaio, in una produzione firmata Centro Teatrale Brescianoche apre questo emozionante nuovo anno che vede Brescia, insieme a Bergamo, Capitale italiana della cultura

“La straordinarietà di affrontare testi classici – si legge nelle note di regia dello spettacolo – è che mutano come mutiamo noi: danno sempre risposte straordinarie a quel che cerchiamo, che di tempo in tempo muta a seconda dei bisogni della società”.

Ed è con un capolavoro immortale che il Centro Teatrale Bresciano inaugura il 2023, una nuova produzione firmata dal TRIC cittadino – la nona del cartellone di Questo cuore umano, titolo della sua 49^ Stagione di prosa – realizzata insieme a Teatro Nazionale di Genova e Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale, Maria Stuarda di Friedrich Schiller. Titolo tra i più attesi del palinsesto del CTB, lo spettacolo vede sul palcoscenico due regine assolute della scena teatrale italiana, Laura Marinoni ed Elisabetta Pozzi, dirette da Davide Livermore.

Riflessione sulla donna e sul potere che racconta dello scontro tra la regina di Scozia Maria Stuarda ed Elisabetta, sovrana d’Inghilterra, il dramma di Schiller arriva sul palcoscenico del Teatro Sociale in questo emozionante inizio di nuovo anno che vede Brescia, insieme a Bergamo, Capitale italiana della cultura.

Dopo l’acclamato debutto genovese avvenuto lo scorso ottobre, lo spettacolo farà tappa nella sala di via Felice Cavallotti dal 10 al 15 gennaio 2023 (tutti i giorni alle ore 20.30; la domenica alle ore 15.30), per poi partire per la lunga tournée che lo porterà a toccare i palcoscenici di Trieste, Torino, Padova, Pavia, Lugano e, infine, Bergamo.

La storia è nota: Schiller racconta il confronto serrato e tragico tra Maria Stuart, cattolica regina di Scozia, e la protestante Elisabetta I. In gioco c’è la corona d’Inghilterra e lo scontro sarà implacabile. Politica, religione, potere: intrighi e passioni – pubbliche e private – si mescolano in questo violento affresco storico che Davide Livermore ambienta in una scena claustrofobica, dominata da una grande scalinata – un non-luogo in cui tutto è possibile. Sarà corte, prigione, parco, lo spazio in cui i due opposti si specchiano e si fondono.

Un’opera che è anche un’aspra riflessione sul rapporto tra donne e potere. La regina Elisabetta, infatti, nell’evolversi della vicenda, si mascolinizza, perdendo progressivamente le sue caratteristiche di donna pur di vincere la sfida con la rivale. Al contrario, dichiara Livermore “vorremmo lasciarci ispirare da un ‘principio femminile del diritto’, una legge più umana, più comprensiva e dunque più giusta. Vorrei vedere il potere esercitato da una donna, e non da una regina che è proiezione del maschile, come peraltro era Atena in Eumenidi, capitolo conclusivo dell’Orestea”.

Maria Stuarda, però, non è solo un profondo atto d’accusa ai meccanismi del potere. Per sua natura è una potente partitura scenica, che diventa una sfida per due straordinarie attrici. Saranno, infatti, Laura Marinoni ed Elisabetta Pozzi (citate in ordine alfabetico), vestite con i costumi firmati da Dolce & Gabbana, a contendersi, letteralmente, i ruoli. Sera dopo sera, infatti, sarà una sorpresa anche per le due interpreti scoprire chi vestirà i panni di chi: a decidere la sorte sarà un gioco teatrale, che nel prologo dello spettacolo indicherà chi delle due attrici sarà la regina destinata a regnare e chi quella destinata a perire. Accanto alle due protagoniste, cinque bravissimi attori, Gaia Aprea, Linda Gennari, Giancarlo Judica Cordiglia, Olivia Manescalchi, Sax Nicosia, insieme alla musicista Giua, chitarra e voce.

La traduzione del testo di Schiller a cura di Carlo Sciaccaluga si basa su endecasillabi liberi, in un’ideale continuità d’intenti che Livermore prosegue nel suo lavoro di avvicinamento tra opera e prosa. Non è un caso che il dramma di Schiller abbia ispirato Gaetano Donizetti che, nel 1835, complice il librettista Giuseppe Bardari, ne fece un’opera.

“Nella mia ricerca in prosa – spiega Livermore – mi interessa sempre più scandagliare quello che per me è il fondamento storico del teatro italiano, ossia il ‘recitar cantando’. Il metodo è sempre lo stesso: ‘Armonia al servizio della poesia’. La musica sarà una delle colonne portanti della nostra storia”. Così per mettere in scena il dramma storico sono stati coinvolti due musicisti molto diversi tra loro, Mario Conte, compositore e sound designer, e Giua, cantautrice e chitarrista, che sarà sul palco insieme agli attori. Dal loro incontro è emersa una scrittura musicale profondamente epica, che ci porta da Purcell a Dowland (musicista che ha scritto per Elisabetta I) e a Davide Rizzio, amante di Maria Stuarda e compositore di song bellissime, ma il tutto rivisto con l’uso della chitarra elettrica, creando un ambiente sonoro dark e contemporaneo.

REDAZIONE 04 gen 2023 07:05