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Breno
di LINDA BRESSANELLI 04 dic 2018 12:56

Il desiderio di una vita autonoma

Si chiamano Laura, Noemi, Francesca, Silvia, Chiara e Franca. Sono sei ragazze che vivono, tre per parte, in due appartamenti a Breno. Da brave coinquiline si dividono i compiti: pulizie, cucina, riordino... Queste donne hanno una forme di disabilità o sindrome di Down, hanno scelto di essere autonome, vivendo negli appartamenti protetti della cooperativa Arcobaleno


Si chiamano Laura, Noemi, Francesca, Silvia, Chiara e Franca. Sono sei ragazze che vivono, tre per parte, in due appartamenti a Breno. Da brave coinquiline si dividono i compiti: pulizie, cucina, riordino...Tutto nella norma, se non fosse che queste donne, che hanno una forma di disabilità o la sindrome di Down, hanno scelto di essere autonome, vivendo negli appartamenti protetti della cooperativa Arcobaleno. La particolarità di questi appartamenti è che si trovano in un condominio, e non all’interno della sede di Arcobaleno. Un impianto di domotica permette agli educatori di collegarsi con loro e assicura l’intervento tempestivo in caso di bisogno. “Sono stata la prima a entrare nell’appartamento protetto – racconta Noemi – quindici anni fa, ho trovato un contatto famigliare, che mi ha aiutato a raggiungere l’autonomia: prima non sapevo fare nulla in casa”. Questa è solo una delle testimonianze rilasciate dalle inquiline, che vivono le loro giornate tra faccende domestiche, attività sportive, lavoro, attività nei laboratori del Centro socio educativo, ma anche viaggi e feste.

“Il diritto a una vita adulta autonoma è l’obiettivo principale del nostro servizio, e l’autonomia rende piene e ricche le loro giornate, premettendo loro di crescere e cambiare” sottolinea Ketty Pellegrinelli, coordinatrice  del progetto “Sollievo Arcobaleno”. Il progetto vive di finanziamenti, oltre della quota pagata dalle famiglie: il servizio rimane “sperimentale” nonostante sia attivo e collaudato da tempo. Questo perché l’accreditamento regionale non è ancora stato riconosciuto. Per il momento, anno dopo anno, si confida in finanziamenti come quello erogato ultimamente dalla Fondazione Comunità Bresciana attraverso il bando specifico per la Vallecamonica “Questo contributo ci ha permesso di potenziare il servizio sul fine settimana, dando ulteriori opportunità alle ragazze” precisa Pellegrinelli. Nel frattempo si va avanti con grande soddisfazione, sperando, un giorno, di poter attivare lo stesso servizio anche per gli uomini.


LINDA BRESSANELLI 04 dic 2018 12:56