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Edolo
di GIULIANO CHIAPPARINI 13 mar 2020 09:07

La rete della solidarietà non finisce

Dalla sede della San Vincenzo di Edolo, accogliendo le persone una alla volta, vengono ugualmente distribuiti i generi vari provenienti dalle Collette alimentari e dal Banco alimentare. Bloccato momentaneamente, invece, il settore vestiario

Qualche anziano ricorda certi tempi della guerra. L’emergenza di questi giorni ha svuotato le piazze, le vie, i bar, le chiese anche dei paesi, piccoli e grandi, di montagna. Uscire di casa è un rischio, soprattutto per gli anziani: il coronavirus è come un cecchino che prende di mira soprattutto loro, ma non solo. In tempi tristi, quando si è costretti alla solitudine e a guardare gli altri con sospetto, si sente di fare qualcosa contro natura. Ma paradossalmente su questo terreno rinsecchito di socializzazione, cresce la piantina della solidarietà. C’è, insomma, chi si dà dare fare per gli altri. Non solo con l’abnegazione di chi sta nelle corsie degli ospedali o nelle trincee degli ambulatori. È il caso anche dei volontari della San Vincenzo. La responsabile del gruppo di Edolo Gabriella Dolcera e gli altri che l’affiancano, si stanno prodigando in questi giorni per non interrompere il servizio di sostegno a chi vive nella precarietà. Per le giuste precauzioni sanitarie, naturalmente le modalità con cui viene erogata la carità, sono cambiate. Ma dalla sede, accogliendo le persone una alla volta, vengono ugualmente distribuiti i generi vari provenienti dalle Collette alimentari e dal Banco alimentare. Bloccato momentaneamente, invece, il settore vestiario.

Le indicazioni giunte alla San Vincenzo sono stringenti, pur sapendo che in questi momenti di difficoltà per tutti, i problemi aumentano per chi tale situazione la vive ogni giorno. E stiamo parlando per la gran parte di italiani. Tutti devono stringere i denti, proteggere soprattutto i più anziani e chi versa in condizioni cagionevoli di salute. Sembra proprio di vivere in tempo di guerra. D’altra parte fu durante l’ultima guerra, nel 1943, che a Edolo nacque la San Vincenzo. Mons. Antonio Zambonardi, arciprete in loco da 30 anni, era ormai anziano, aveva visto la Grande Guerra e le sofferenze successive; fra le tante iniziative che promosse una delle ultime fu proprio la fondazione della San Vincenzo: morirà infatti l’anno successivo. Il parroco attuale, don Giacomo Zani, sottolinea che “la rete della solidarietà non si sfilaccia nell’emergenza, anzi si rafforza. Le ulteriori difficoltà di questi giorni non hanno interrotto lo slancio della generosità. Essa si esprime anche con tanti piccoli gesti personali”. Ovvio che il gruppo edolese dovrebbe essere numericamente ben più massiccio per far fronte a tutte le necessità: si cerca, comunque, di fare il possibile e di rappresentare un punto di riferimento per singoli e famiglie, oltre che per le istituzioni.

GIULIANO CHIAPPARINI 13 mar 2020 09:07