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Brozzo
di EDMONDO BERTUSSI 28 set 2018 12:52

Campane a festa per il S. Patrono

Domenica 30 settembre sarà mons. Vigilio Olmi a presiedere alle 10.30 la messa solenne con l’inaugurazione ufficiale del “concerto” Cavadini

Per la festa a fine mese del patrono S.Michele Arcangelo, il suono delle campane dalla torre, muta dal giugno scorso, della chiesa parrocchiale, ricomincerà a scandire gli eventi importanti e quotidiani della comunità di Brozzo. Domenica 30 settembre sarà mons. Vigilio Olmi a presiedere alle 10.30 la messa solenne con l’inaugurazione ufficiale del “concerto” Cavadini mentre il sindaco ripeterà il gesto simbolico tradizionale dell’offerta dell’incenso in onore del patrono.

Cinque. I cinque storici bronzi sonori restaurati, sono tornati a casa e, si sono “pavoneggiati” per tre giorni sul sagrato, ammirati da parrocchiani e curiosi con relativi selfie che ne esaminavano scritte e immagini originali fuse in rilievo. Domenica scorsa, dopo la messa solenne e il discorso del sindaco Diego Bertussi, una per una sono state benedette, rinnovando la loro originaria dedicazione, dal frate minore don Francesco Metelli col parroco don Giuseppe Rossi. Le due più recenti, campanone e consorella del 1948, sono dedicate a S.Michele Arcangelo e S. Maria Assunta, mentre le altre tre di gran pregio risalgono al 1906 e sono state realizzate dalla famosa famiglia veneta dei Cavadini, fonditori di campane, che si è distinta, tra il XIX ed il XX secolo, con “concerti” sparsi in tutta Italia: dalla Lombardia alla Sicilia. È una conclusione positiva con encomiabile valenza anche di memoria storica non solo locale. Il concerto “Cavadini” originario di tre campane risalente ai primi anni del 900, infatti, è stato realizzato a fianco della parrocchiale in torre su castello di struttura veronese unica in Valtrompia ed è di gran pregio: è ancora completo di ceppi e intelaiature originali in ghisa, pezzi unici e preziosi.

Usura. L’usura del tempo aveva lasciato i suoi segni soprattutto su due delle “Cavadini”, rendendole sorde e forzatamente inattive. Anche l’incastellatura dava segni di cedimento. La Parrocchia ha deciso in accordo con la Sovrintendenza delle Belle Arti il loro completo recupero. Le cinque sorelle sono state trasportate dal campanile nel giugno scorso per essere affidate alla ditta specializzata Flli. Pagani di Castelli Calepio, attiva dal 1523. I fondi necessari al restauro sono stati trovati grazie alla partecipazione a un bando della Fondazione della Comunità Bresciana che ha ritenuto il progetto meritevole. La spesa complessiva ammonta a 34mila euro: 16mila euro da parte della Fondazione e il denaro restante è stato raccolto grazie alle generose offerte dei parrocchiani e delle aziende locali a cui è andato il ringraziamento del parroco, don Giuseppe Rossi: “È, si può dire, l’evento conclusivo, per quanto riguarda la Chiesa parrocchiale e il campanile, della fase di restauri e abbellimenti iniziati fin dagli anni Cinquanta, proseguiti, in pratica ininterrottamente, passo dopo passo.”

EDMONDO BERTUSSI 28 set 2018 12:52