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Roma
di REDAZIONE 01 ago 2019 10:15

Abolizione del traffico di esseri umani

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Papa Francesco ha curato la prefazione del libro “Donne crocifisse. La vergogna della tratta raccontata dalla strada”

“Preghiamo perché il Signore liberi le vittime della tratta e ci aiuti a rispondere attivamente al grido di aiuto di tanti fratelli e sorelle privati della loro dignità e libertà”. L’ha scritto Papa Francesco, il 30 luglio, in un tweet in occasione della Giornata internazionale della lotta contro la tratta di esseri umani. “La mercificazione oggi è in notevole aumento. Il pericolo è che possa sembrare qualcosa di normale far sì che una persona vittima di tratta abbia rapporti sessuali tante volte al giorno con uomini perversi. Bisogna colpire la domanda”. Lo dice don Aldo Buonaiuto (nella foto) della Comunità Papa Giovanni XXIII, autore del libro “Donne crocifisse. La vergogna della tratta raccontata dalla strada” (ed. Rubbettino) con la prefazione di Papa Francesco. “Questo mercato, questa offerta, esiste e si evolve perché c’è una notevole domanda. Solo colpendo questa domanda, come fece la Svezia e due anni fa la legge francese, auspichiamo che le nostre istituzioni possano fermare questo fenomeno”, aggiunge il sacerdote. Che auspica “un cambiamento di mentalità: dalla mentalità del prostituirsi al rispetto sacrale di ogni persona e della sua dignità”. “Nell’ultimo capitolo dico che la schiavitù non è stata mai abolita, perché di fatto ce ne sono tante, come quella della prostituzione coatta. Il sogno è chiedere una moratoria internazionale per l’abolizione del traffico di esseri umani”. Ricordando il suo incontro con il Pontefice, don Buonaiuto sottolinea di aver notato “la sua attenzione verso queste donne e questo dramma”. “Ho avvertito l’intento di scuotere sempre le coscienze e svegliarle di fronte a questo dramma”. Nella prefazione al libro di don Bonaiuto, Francesco ha raccontato la visita fatta in uno dei Venerdì della misericordia durante il Giubileo in una casa di accoglienza della Comunità Giovanni XXIII. “Non pensavo che lì dentro avrei trovato donne così umiliate, affrante, provate. Realmente donne crocifisse – scrive Francesco –. Nella stanza in cui ho incontrato le ragazze liberate dalla tratta della prostituzione coatta, ho respirato il dolore, l’ingiustizia e l’effetto della sopraffazione”. “È patologica la mentalità per cui una donna vada sfruttata come se fosse una merce da usare e poi gettare – prosegue il Papa –. È una malattia dell’umanità, un modo sbagliato di pensare della società. Liberare queste povere schiave è un gesto di misericordia e un dovere per tutti gli uomini di buona volontà. Il loro grido di dolore non può lasciare indifferenti né i singoli individui né le istituzioni. Nessuno deve voltarsi dall’altra parte o lavarsi le mani del sangue innocente che viene versato sulle strade del mondo”.

REDAZIONE 01 ago 2019 10:15