lock forward back pause icon-master-sprites-04 volume grid-view list-view fb whatsapp tw gplus yt left right up down cloud sun
Brescia
di MASSIMO VENTURELLI 25 gen 2019 08:11

La scomparsa di mons. Vigilio Mario Olmi

Nelle scorse ore l'improvviso peggioramento di salute. Ha servito per quasi settant'anni con dedizione la Chiesa bresciana, con un'attenzione particolare per i sacerdoti. In occasione del suo 91° compleanno rilasciò a "La Voce del Popolo" l'intervista riproposta di seguito

A pochi giorni dalla solennità di S.Angela Merici che, in quanto rettore del Santuario della patrona secondaria della città di Brescia e superiore della Compagnia dele Figlie di Sant’Angela sentiva particolarmente vicina, è morto nella notte mons. Vigilio Mario Olmi. Aveva festeggiato il 14 agosto dello scorso anno il 91° compleanno. Le sue condizioni di salute erano improvvisamente peggiorate nelle ultime ore e nulla è servito il ricovero in Poliambulanza. La camera ardente è allestita presso la Cripta del Santuario di S, Angela Merici in via Crispi Brescia. La Veglia Funebre con la S. Messa, presieduta da Mons. Gaetano Fontana Vicario Generale, avrà luogo domani sabato 26 gennaio alle ore 18.00 presso il Santuario di S. Angela Merici. I Funerali, presieduti da Mons. Pierantonio Tremolada, sono domenica 27 gennaio, solennità di S. Angela Merici, alle 15.30 presso la Chiesa Cattedrale di Brescia. Mons. Vigilio Mario verrà sepolto a Chiari.

Vescovo ausiliare dal1986 al 2003, nel corso della sua lunga vita sacerdotale ha servito con grande amore la Chiesa bresciana. Mons. Olmi non ha bisogno di particolari presentazioni. I preti della diocesi che oggi ne piangono la scomparsa lo conoscono e sanno del sincero attaccamento che ha sempre nutrito nei loro confronti e dell’attenzione che ha loro dedicato soprattutto negli anni in cui, da vescovo ausiliare, fu il primo collaboratore di mons. Bruno Foresti, prima, e di mons. Giulio Sanguineti poi. Un’attenzione che si materializzava ogni anno, anche in quelli “del riposo”, in un gesto tanto semplice quanto carico di significato (perché dimostra attenzione e ricordo) come quello di una telefonata nel giorno del compleanno. Per gli altri, per i tanti bresciani che ogni giorno l’hanno incontrato in via Crispi, nel tragitto tra il santuario di Sant’Angela Merici e la casa delle Figlie di Sant’Angela in cui risiedeva, è stato il vescovo ausiliare emerito.

Mons. Viglio Mario Olmi era nato a Coccaglio il 14 agosto 1927. Il 26 giugno del 1950 aveva ricevuto l’ordinazione sacerdotale dal vescovo Tredici. Fresco di ordinazione, era stato inviato ad Alfianello come curato, dove era rimasto sino al 1960. In quell’anno il vescovo Tredici gli chiede di trasferirsi a Bagnolo Mella, sempre come curato. Due anni dopo assume l’impegno in Seminario come docente e vicerettore. È mons. Morstabilini a nominarlo, nel 1970 parroco di Montichiari. A soli 43 anni mons. Olmi assume la responsabilità di una delle più importanti parrocchie della diocesi. Dieci anni dopo, nel 1980, il vescovo gli chiede una nuova disponibilità: quella di vicario generale della diocesi. Mons. Olmi accetta e per altri tre anni si divide tra la parrocchia e l’impegno diocesano. Nel 1981 viene indicato da mons. Morstabilini come nuovo Superiore della Compagnia delle Figlie di Sant’Angela Merici. Due anni dopo diventa anche Rettore del santuario dedicato alla patrona secondaria della città di Brescia. Mons. Foresti, a pochi mesi dal suo arrivo a Brescia avvenuto il 18 giugno del 1983, chiede a mons. Olmi una maggiore dedizione alla “causa diocesana”.  Gli chiede di lasciare Montichiari per svolgere a tempo pieno il ruolo di vicario generale. Nel 1986 mons. Foresti lo sceglie come suo più stretto collaboratore, indicandolo come vescovo ausiliare.  È lo stesso Vescovo a presiedere, il 18 maggio,  la sua ordinazione episcopale in Cattedrale. Mons. Olmi prosegue il suo servizio alla Chiesa bresciana come vescovo ausiliare sino al 2003.  È al fianco di mons. Giulio Sanguineti nei primi anni del suo episcopato iniziato il 28 febbraio 1998. Dal 2003 è vescovo ausiliare emerito. Per ricordare la figura di mons. Olmi viene riproposta l’intervista che concesse a “La Voce del Popolo” nell’agosto 2017, a pochi giorni dal suo 90° compleanno.

Nella quiete di Casa Sant’Angela accetta di parlare dell’imminente compleanno, un modo originale per raccontare ancora una volta della Chiesa a cui ha dedicato 67 anni della sua vita e della diocesi che ancora oggi non si stanca di servire. Novant’anni di vita e tanti di impegno sacerdotale rappresentano un “osservatorio” autorevole per indicare i punti di forza della Chiesa bresciana. Non risponde direttamente alla domanda, ma dalle sue riflessione si capisce sin da subito che, pur con i dovuti distinguo, il punto di forza, la caratteristica che ha saputo attraversare gli anni e la stagioni per arrivare sino a oggi, è la sostanziale bontà del clero locale. "Sono stato ordinato prete il 25 giugno 1950, un anno santo. Era il periodo della ripresa dopo la guerra e, giovane sacerdote, venni mandato ad Alfianello. Lì trascorsi 10 anni al fianco del parroco don Enrico Gobbi. Ancora oggi ricordo quel periodo come una bella iniziazione al ministero sacerdotale. Ho trovato in quel parroco un modello e un padre con il quale è stato facile entrare in viva comunione” ricorda mons. Olmi mettendo già in risalto una delle caratteristiche del prete bresciano. Nel 1960 viene destinato a Bagnolo Mella, e lì trova come parroco mons. Ugo Baccaglioni, “un’altra splendida figura sacerdotale che mi ha aiutato a comprendere e a entrare nel cuore di una comunità più grande com’era quella bagnolese”. Dopo solo due anni il vescovo Tredici che l’aveva ordinato, lo chiama in Seminario come vicerettore con mons. Angelo Chiarini di Montichiari, un’altra figura significativa del clero di quegli anni. “Erano quegli gli anni del Concilio Vaticano II – ricorda il vescovo ausiliare emerito – e questo nuovo incarico mi ha dato modo di rileggere il ministero assegnatomi alla luce di ciò che i padri conciliari andavano proponendo. Sono stati anni di vera conversione pastorale e un tempo di proficuo rapporto con le parrocchie che ho avuto modo di incontrare e con i tanti preti che lì svolgevano il loro ministero”. Nel 1970 mons. Morstabilini lo nomina abate di Montichiari e dieci anni più tardi vicario generale, un incarico che “istituzionalizza” il suo rapporto privilegiato con il clero bresciano che impara a conoscere e ad apprezzare. Pur nelle fatiche e le difficoltà, è la bontà del clero locale l’aspetto della Chiesa di oggi che lega mons. Olmi a quella della sua ordinazione sacerdotale.

“Ho avuto modo di incontrare tanti bravi sacerdoti, attivi, silenziosi, senza tante pretese – continua ancora il vescovo prossimo ai 90 anni – . Con loro si è sviluppato un rapporto efficace che ha portato anche frutti importanti per la liturgia, la diffusione della Parola di Dio e nella comunione, soprattutto sul fronte educativo. Con amarezza abbiamo dovuto constatare che è andato progressivamente scemando il sostegno che in questo impegno poteva arrivare dai preti alle famiglie”.Questa situazione rende ancora più urgente, per mons. Vigilio Mario Olmi, la cura dei sacerdoti, soprattutto di quelli più giovani, una preoccupazione che sembra essere condivisa anche dal nuovo vescovo mons. Pierantonio Tremolada. “L’accompagnamento e la cura – risponde attingendo a anni di esperienza – esigono fondamentalmente che il vescovo si faccia presente, dando fiducia ai sacerdoti, perché comprendano di essere oggetto di attenzione da parte del Vescovo”. Non esiste, per il vescovo ausiliare emerito un unico modello di accompagnamento, “un vescovo – afferma al proposito – deve sapere prestare attenzione alle caratteristiche delle persone, valorizzandole e prendendo atto che non tutte hanno gli stessi carismi”. Mons. Olmi è convinto che una attenzione particolare debba essere riservata ai giovani sacerdoti. “Magari freschi di ordinazione – afferma al proposito sono chiamati a dividersi tra tre o quattro parrocchie con una attesa da parte della popolazione che a volte è superiore alle stesse possibilità di risposta”. L’attenzione è fatta di tante cose, ma anche di piccoli gesti, come gli auguri in occasione di compleanni o di altre particolari ricorrenze, e della disponibilità all’ascolto per farli sentire che si è partecipi delle loro esperienze, fatte di gioie ma anche di sofferenze. “Nei casi più complessi – sostiene il vescovo ausiliare emerito – il prete deve sentirsi sostenuto dal suo vescovo, che è cosa diversa dall’essere appoggiato in qualsiasi cosa faccia. Deve essere invece sicuro che il vescovo farà tutto il possibile per chiarire la situazione. Confidenza e mediazione. Da vicario generale quando c’era qualche problema tranquillizzavo il Vescovo e mi assumevo l’impegno di un primo incontro, lasciando l’ordinario come punto di arrivo. Per una soluzione condivisa”.

Quasi a rassicurare mons. Tremolada (in quei giorni fresco di nomina a vescovo di Brescia, ndr), che ha sentito telefonicamente nei giorni scorsi, mons. Olmi sostiene che quello bresciano è comunque un clero che cerca e apprezza la comunione con il suo vescovo. “Il prete bresciano – ricorda – è di poche parole ma ha molta fiducia nel suo vescovo. Certo, non è facile che i preti vadano dal Vescovo, lo fanno solo quando ci sono reali esigenze. Certo i nuovi orizzonti che si sono delineati con la scelta delle unità pastorali chiedono forse più che in passato la presenza del vescovo tra i suoi preti. Rendersi presente, colloquiare con i preti, ascoltarli è per un vescovo un’occasione privilegiata per conoscere, accompagnare e prendersi cura dei suoi preti e per fare in modo che le scelte pastorali non siano mediate soltanto dei più stretti collaboratori del vescovo, ma che siano condivise e comprese da tutto il presbiterio laddove questo opera”. Un ultimo pensiero, quasi un augurio, il vescovo ormai prossimo ai 90 anni lo dedica proprio al nuovo vescovo Tremolada: “Gli auguro dal profondo del cuore di avere fiducia nel suo presbiterio, e di volergli molto sin da subito. Nella breve contatto telefonico che ho avuto con lui nei giorni scorsi gli anche assicurato ho ribadito che il presbiterio bresciano vuole bene al suo vescovo e già questo è un punto di partenza molto importante”.

MASSIMO VENTURELLI 25 gen 2019 08:11