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Città del Vaticano
di LUIGI ZAMELI 02 set 2022 08:56

Un uomo di Dio, un Papa Santo

Domenica 4 settembre alle 10.30 in piazza San Pietro la Messa con il rito di beatificazione di Giovanni Paolo I. Il suo ritratto nel libro di Andreoli

Noi siamo oggetto da parte di Dio di un amore intramontabile. Sappiamo: ha sempre gli occhi aperti su di noi, anche quando sembra ci sia notte. È Papà, più ancora è madre (…) I figlioli se per caso sono malati, hanno un titolo in più per essere amati dalla mamma. E anche noi se per caso siamo ammalati di cattiveria, fuori di strada, abbiamo un titolo in più per essere amati dal Signore”. Queste parole pronunciate all’Angelus il 10 settembre del 1978 testimoniano bene chi era Giovanni Paolo I. Domenica 4 settembre alle 10.30 in Piazza San Pietro Papa Francesco presiede la beatificazione di Albino Luciani. Nato a Forno di Canale (oggi Canale d’Agordo, un Comune di 1.100 abitanti) il 17 ottobre 1912, entra nel Seminario minore di Feltre nel 1923. Nell’ottobre del 1928 passa al Seminario Gregoriano di Belluno. Il 7 luglio 1935 viene ordinato sacerdote nella chiesa di San Pietro a Belluno. Giovanni XXIII nel 1958 lo nomina vescovo di Vittorio Veneto. Paolo VI il 15 dicembre 1969 lo nomina patriarca di Venezia. Il 5 marzo 1973 viene creato Cardinale. Il 26 agosto 1978 il Conclave elegge Albino Luciani papa con il nome di Giovanni Paolo I. Muore il 28 settembre del 1978

Alla vigilia della beatificazione di Papa Luciani, diventa di grande attualità il libro “Albino Luciani, Giovanni Paolo I. Un uomo di Dio, un papa santo” (Libreria Editrice Vaticana) scritto da Claudio Alberto Andreoli che ebbe modo di frequentare l’allora Cardinale dal 1973 al 1978. Il testo tradotto in portoghese e spagnolo ed è in corso la pubblicazione in inglese e in francese. L’autore, che ha avuto la grazia di conoscere personalmente il Servo di Dio, mostra la luce di Santità di Albino Luciani e il suo impegno nella ricerca della sostanza del Vangelo come unica ed ininterrotta verità. È ricordato come il Papa del sorriso perché nel suo breve pontificato di 33 giorni i fotografi colsero ed immortalarono, più volte, il suo sorriso sereno e disincantato nel corso di udienze generali o di “Angelus” dal Palazzo Apostolico. “Albino Luciani è stato, in realtà, un sacerdote ed un vescovo – afferma Andreoli – che ha sorriso raramente e, se lo faceva, era per empatia, per porsi, quindi, in immediata disposizione verso i relativi interlocutori. Nei cinque anni in cui ho avuto la fortuna di frequentarlo, dal 1973 al 1978, ricordo di Lui tanti aspetti positivi e in particolare la sua grande apertura pastorale, ma non mi viene in mente alcuna situazione che si possa legare ad evidenti espressioni di sorriso, anche se era un uomo di spirito, pronto a cogliere gli aspetti divertenti della vita, ma questo perché era un uomo sereno, un uomo di Dio, come ho voluto sottolineare nella biografia che ho scritto in sua memoria”. Il suo breve pontificato fu incentrato sulla base delle tre virtù teologali (fede, speranza e carità) e, come ricorda il cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin nella prefazione, non è stato il passaggio di una meteora che si spegne dopo un lungo tragitto ma è “tutt’ora segno ed esempio luminoso di quella continuità di speranze che vengono da lontano e che affondano le radici nel mai dimenticato tesoro di una Chiesa, vicina all’insegnamento dei grandi Padri”. Secondo il cardinale brasiliano Aloisio Lorscheider, il conclave, all’inizio, sembrava indirizzato a tempi lunghi, poi il convergere improvviso dei consensi sul cardinal Luciani: “Per me quel risultato fu veramente opera di un intervento provvidenziale dello Spirito Santo. Ma proprio questa unanimità rivelò che non era un Papa programmato per un determinato progetto politico. Con l’elezione di Luciani erano saltati gli schieramenti tra conservatori e progressisti, per la particolare fisionomia di Luciani, incentrata sull’essenziale”.

 “Fedele alla tradizione e aperto al rinnovamento, il Servo di Dio Albino Luciani, da Sacerdote, da Vescovo e da Papa, fu instancabile – affermò Benedetto XVI nel 2006 dopo la proiezione dell’anteprima del film ‘Papa Luciani: il sorriso di Dio’ – nell’attività pastorale, stimolando costantemente clero e laicato a perseguire, nei vari campi dell’apostolato, l’unico e comune ideale della santità. Maestro di verità e catecheta appassionato, a tutti i credenti ricordava, con l’affascinante semplicità che gli era solita, l’impegno e la gioia dell’evangelizzazione, sottolineando la bellezza dell’amore cristiano, unica forza in grado di sconfiggere la violenza e costruire un’umanità più fraterna”.

LUIGI ZAMELI 02 set 2022 08:56