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Roma
di REDATTORESOCIALE.IT 21 set 2022 07:43

Giornata dell'Alzheimer: prendersi cura dei deboli

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SI celebra oggi la Giornata mondiale dedicata a una patologia che mondo colpisce quasi 40 milioni di persone (600mila in Italia). Un appello della Comunità di Sant'Egidio per una maggiore attenzione ai malati e a chi si prende cura di loro

Sono circa 55 milioni nel mondo le persone colpite da demenze, nel 60% dei casi da Alzheimer. In Italia sono oltre 1 milione, di cui 600 mila con questa malattia. “La Giornata Mondiale dell’Alzheimer, che si celebra oggi, 21 settembre, è un’occasione opportuna per affrontare il tema. Infatti ricerche e proposte di soluzioni assistenziali, servizi di sollievo, sono sempre più necessarie per i malati e le loro famiglie”. A chiderlo è la Comunità di Sant'Egidio

“Oggi le soluzioni offerte dai servizi socio-sanitari comportano troppo spesso l’isolamento dei malati, perché li allontanano dalla vita di tutti, in luoghi predisposti solo per loro, che siano istituti, case di riposo, villaggi. In ogni caso, ghetti, anche se in alcuni casi 'dorati' – continua la Comunità - Negli ultimi anni si sono anche ridotti quei presidi pubblici, già insufficienti, come i centri diurni che avevano consentito alle famiglie di tenere a casa i propri congiunti, nonostante la scarsa assistenza domiciliare. Ma la priorità assoluta deve essere l’aiuto a domicilio, sostenendo anche i familiari con servizi adeguati che evitino il trauma della separazione. Le politiche del nostro paese devono farsi carico di questo problema, perché una parte rilevante dei suoi cittadini non sia più costretta a vivere nel disagio e nella paura del futuro. Siamo infatti convinti – conclude Sant'Egidio - che una società che si prende cura dei più deboli è una società più forte e più umana per tutti”.

Nelle scorse settimane, poi, la Federazione Alzheimer Italia in preparazione della Giornata mondiale si era fatta portavoce in Italia dell’appello che il suo partner internazionale Alzheimer’s Disease International (ADI) aveva lanciato a governi e organismi di sanità pubblica, oltre che all’Organizzazione Mondiale della Sanità, affinché si attivino tempestivamente per “mettere in atto le misure necessarie a garantire il corretto supporto post-diagnostico a tutte le persone con demenza, in particolare alla luce dei nuovi dati con le stime di diffusione della malattia”.

Una ricerca dell’Institute of Health Metrics and Evaluation dell’Università di Washington pubblicata sulla rivista Lancet, infatti, stima che in Italia ci siano attualmente 1.487.368 persone con demenza: un numero destinato ad aumentare del 56% entro il 2050, quando le persone con demenza saranno 2.316.951. Si tratta di cifre molto preoccupanti che comunque, secondo gli esperti, sottovalutano la vera portata del problema.

“L’Italia è stata uno dei primi paesi ad avere un Piano nazionale sulle demenze, che ha però ricevuto i primi fondi soltanto nel 2021 - dichiara Gabriella Porro, presidente di Federazione Alzheimer Italia -. È stata anche definita la ripartizione di questi fondi tra le Regioni, ma tutto questo non basta: ancora oggi in Italia assistiamo a grandi disparità tra Regioni per quanto riguarda i servizi offerti. È importante che la politica ne prenda atto: è necessario accelerare i lavori per la creazione dei piani demenza regionali e rendere questi piani sostenibili attraverso un potenziamento dei finanziamenti destinati al Piano nazionale demenze, purtroppo ancora insufficienti. Solo così si potranno garantire a tutte le persone con demenza pari diritti e opportunità di accedere a servizi di assistenza e supporto post diagnostico”.

“Nel 2017, con il Piano Globale di Azione sulla Lotta alla Demenza, tutti i 194 Stati membri dell'OMS si sono impegnati ad attuare misure per raggiungere precisi obiettivi nell’ambito della riduzione del rischio, della diagnosi e assistenza, ricerca e supporto a familiari e caregiver. Tuttavia, finora solo 39 Stati hanno mantenuto la loro promessa - sottolinea Paola Barbarino, amministratore delegato di ADI -. I dati e le previsioni sono ormai inequivocabili e i governi si trovano ora di fronte a due possibili scelte: agire rispettando l’impegno preso o affrontare una delle più grandi crisi di salute pubblica del nostro tempo".

REDATTORESOCIALE.IT 21 set 2022 07:43