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Crotone
di REDAZIONE 27 feb 2023 07:47

Migranti, fino a quando resteremo indifferenti?

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Ennesima strage nel Mediterraneo di fronte alle coste calabresi. Potrebbero essere oltre cento le vittime, tra cui ci sarebbero anche diversi bambini. La preghiera del Papa e le reazioni del presidente della Cei, del Capo dello Stato Sergio Mattarella, della Fondazione Migrantes, di Caritas, Save the children e Acli

Naufragio questa mattina all’alba a pochi metri dalla costa nel crotonese. Un barcone con oltre 200 migranti a bordo, in arrivo da Iran, Pakistan e Afghanistan si è schiantato nelle prime ore di ieri sugli scogli a causa del mare mosso e si è spezzato in due. La Guardia Costiera di Reggio Calabria ha inviato in zona due motovedette e un elicottero AW 139 dalla Base Aeromobili di Catania. Al momento come informa l'agenzia Dire sono state recuperate un totale di 80 persone vive – alcune delle quali sono riuscite a raggiungere la riva dopo il naufragio.

Il bilancio momentaneo delle vittime però è salito a 60 persone (ma si teme che possano arriva a cento) tra loro anche diversi bambini. Corpi privi di vita di un uomo e una donna sono stati recuperati nello specchio d’acqua del comune di Belcastro in provincia di Catanzaro.

Le salme sono state trasferite nel palazzetto dello sport di Crotone, mentre i superstiti sono ospitati al Cara di Crotone; una trentina quelli che sono statui trasferiti nella struttura ospedaliera. Sempre a proposito dei soccorsi, i vigili del fuoco di comune accordo con la Capitaneria di Porto, considerando le condizioni proibitive del mare, stanno procedendo alla ricerca e recupero dei dispersi in mare con gli acqua scooter. La zona è inoltre sorvolata dall’elicottero della Guardia Costiera.

Dopo l'Angelus papa Francesco ha pregato per i morti e ha ringraziato a i soccorritori che hanno portato aiuto ai migranti naufragati al largo di Crotone.

“Stamattina – sono state le sue parole - ho saputo con dolore del naufragio avvenuto sulla costa calabrese, presso Crotone. Già sono stati recuperati quaranta morti, tra cui molti bambini. Prego per ognuno di loro, per i dispersi e per gli altri migranti sopravvissuti. Ringrazio quanti hanno portato soccorso e coloro che stanno dando accoglienza. La Madonna sostenga questi nostri fratelli e sorelle".

“Una profonda tristezza e un acuto dolore attraversano il Paese per l’ennesimo naufragio avvenuto sulle nostre coste. Le vittime sono di tutti e le sentiamo nostre". Così si è espresso, invece, in una nota il presidente della Cei, il card. Matteo Maria Zuppi, che si è unito alla preghiera del Papa per i morti, i dispersi e i sopravvissuti. "Questa ennesima tragedia, nella sua drammaticità, ricorda che la questione dei migranti e dei rifugiati va affrontata con responsabilità e umanità. Non possiamo ripetere parole che abbiamo sprecato in eventi tragici simili a questo, che hanno reso il Mediterraneo in venti anni un grande cimitero. Occorrono - si legge - scelte e politiche, nazionali ed europee, con una determinazione nuova e con la consapevolezza che non farle permette il ripetersi di situazioni analoghe". Forte l'invito ad una presa di coscienza europea e internazionale, serve "una risposta strutturale, condivisa e solidale tra le Istituzioni e i Paesi. Perché nessuno sia lasciato solo e l’Europa sia all’altezza delle tradizioni di difesa della persona e di accoglienza".

Anche il Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella ha espresso il proprio dolore per il naufragio, sottolineando in una nota che "molti tra questi migranti provenivano dall’Afghanistan e dall’Iran, fuggendo da condizioni di grande difficoltà. È un'ennesima tragedia del Mediterraneo che non può lasciare nessuno indifferente". Da qui il ringraziamento per quanti si stanno prodigando negli aiuti ma anche l'esortazione ad "un forte impegno della comunità internazionale per rimuovere le cause alla base dei flussi di migranti; guerre, persecuzioni, terrorismo, povertà, territori resi inospitali dal cambiamento climatico". Mattarella sollecita poi l'Unione europea ad assumersi "la responsabilità di governare il fenomeno migratorio per sottrarlo ai trafficanti di esseri umani, impegnandosi direttamente nelle politiche migratorie, nel sostegno alla cooperazione per lo sviluppo dei paesi da cui i giovani sono costretti ad allontanarsi per mancanza di prospettive".

Fra le prima reazioni quelle della Caritas Italiana e di Save The Children e Acli. Così don Marco Pagniello, direttore della Caritas Italiana: “Decine di persone sono morte nel tentativo di raggiungere le coste italiane. Cadaveri sono stati ritrovati sulla spiaggia, altre persone sono e rimarranno disperse in mare. Di fronte a simili tragedie, la Caritas Italiana richiama tutti alla propria responsabilità per trovare soluzioni adeguate di fronte al fenomeno globale delle migrazioni, che guardino al bene comune e non a interessi di parte. È purtroppo solo l’ultimo di tanti episodi che ci devono interrogare. Questo naufragio avviene all’indomani della conversione in legge del decreto che limita gli interventi di salvataggio in mare. Caritas Italiana ribadisce l’urgenza di una risposta strutturale e condivisa con le Istituzioni e i diversi Paesi, affinché l’Italia e l’Europa siano all’altezza delle loro tradizioni, delle loro radici e del loro umanesimo. La questione delle migrazioni, della fuga dalla miseria e delle guerre, non può essere gestita come fosse ancora un’emergenza. Penalizzare, anziché incoraggiare, quanti operano sul campo non fa che aumentare uno squilibrio di umanità. La vita è sacra e va salvaguardata, sempre: salvare le vite resta un principio inviolabile. Come già il Consiglio Permanente della Cei ebbe a ricordare alla vigilia delle elezioni, è tempo di scelte coraggiose e organiche, non di opportunismi, ma di visioni. È tempo che i diversi attori si confrontino per trovare una soluzione corale e costruttiva, per il bene di tutti. Da parte sua, la Chiesa continua ad assicurare l’impegno e la disponibilità nell’operosità concreta e nel dialogo. La bussola, per i cristiani e non solo, restano i quattro verbi indicati da papa Francesco in relazione alla questione delle migrazioni: accogliere, proteggere, promuovere e integrare. L’accoglienza delle persone che arrivano e arriveranno sul nostro territorio è per noi un fatto importante, che ci impegna, al di là della discussione sull’opera delle Ong e del loro ruolo nel mare Mediterraneo. Caritas Italiana, per conto della Chiesa che è in Italia e in collaborazione con altre organizzazioni e il Governo, col progetto dei Corridoi umanitari pone un “segno”: si possono, dunque si devono, organizzare vie sicure che evitino i pericoli dei viaggi per mare e che diano prospettive reali alle persone migranti. Un pensiero e una preghiera per chi, nelle ore passate ha perso la vita nel mare e a quanti, sopravvissuti, vivranno sempre segnati da un dolore che potrà essere lenito solo dalla nostra vicinanza umana”.

"Queste morti non possono che generare vergogna". Mons. Gian Carlo Perego, presidente Cemi e Fondazione Migrantes, ha chiesto con urgenza un impegno europeo per un'operazione Mare Nostrum, "che metta strettamente in collaborazione le istituzioni europee, i Paesi europei, la società civile europea rappresentata dalle Ong". La collaborazione "con i Paesi del Nord Africa non può limitarsi a interessi energetici o a sostegni per impedire i viaggi della speranza – sono ancora considerazioni di mons. Perego -, ma deve portare a un canale umanitario permanente e controllato nel Mediterraneo verso l'Europa". "Le risorse - continua il presule - vanno investite nella tutela della vita, nell'accompagnamento delle persone non in muri o campi disumani. La vita e il futuro dell'Europa dipende da come si accoglie, tutela, promuove e integra le persone in cammino". Intanto secondo le stime dell'Unicef , riportate dal portavoce, Andrea Iacomini sono oltre 25.800 dal 2014 a oggi i morti e i dispersi lungo la rotta del Mediterraneo centrale, oltre 120 casi accertati solo dall'inizio del 2023, tra cui molti bambini, ma resta una stima al ribasso che considera soltanto i casi segnalati o di corpi ritrovati".

“Non possiamo assistere silenti alla morte di decine di persone a causa di un naufragio a poche miglia dalle coste italiane nel tentativo disperato di raggiungere l’Europa per cercare un futuro possibile, spezzato dal drammatico naufragio, che conferma come il Mediterraneo centrale sia tra le rotte migratorie che causano il numero più elevato di vittime, tra cui donne e minori. Non possiamo non chiederci, con indignazione, quando queste morti smetteranno di essere numeri e ci sarà un reale impegno per evitarle. È più che mai urgente un’assunzione di responsabilità condivisa tra gli Stati membri e le istituzioni europee che disponga un meccanismo coordinato e strutturato di ricerca e salvataggio delle persone in difficoltà in mare, agendo nel rispetto dei principi del diritto internazionale, e che si ponga l’obiettivo di garantire vie sicure e legali per l’ingresso in Europa”, ha dichiarato Raffaela Milano, direttrice programmi Italia Europa di Save the Children. Save the Children sottolinea l’importanza dell’impegno nell’accoglienza e nella protezione dei migranti che attraversano la frontiera sud dell’Europa in cerca di salvezza, e in particolare di quelli più vulnerabili, come minori soli, anche molto piccoli, mamme e bambini. “Da anni si dice che tragedie come questa non debbano più succedere, ma quanto accaduto oggi dimostra ancora una volta che le attuali politiche non sono in grado di affrontare l’arrivo dei migranti in modo strutturato, garantendo salvataggio, assistenza e protezione adeguate. Quanti altre vite dovranno essere spezzate prima di una reale assunzione di responsabilità?”, conclude Raffaela Milano.

Questa infine la nota diramata dalle Acli: “Mentre si continua a discutere di chi deve farsi carico del salvataggio in mare della vita di migliaia di bambini, donne e uomini che scappano dalle peggiori tragedie umanitarie del secolo, sulle spiagge italiane, a pochi chilometri da Crotone, un barcone con 250 persone a bordo non è riuscito a raggiungere la costa. Mentre i governi europei discutono delle responsabilità del soccorso e dell'accoglienza di chi fugge da guerre, persecuzioni e calamità naturali, intanto che decidono come esternalizzare le frontiere e costruire nuovi muri, la contabilità di morte continua a scandire le sue vittime. Per favorire il soccorso in mare, le Acli chiedono al governo italiano di ritirare il "decreto Ong" e, al tempo stesso, chiedono all'Ue un vertice permanente che, nel rispetto del diritto internazionale, doti l'Unione di una strategia di accoglienza su tutte le rotte di accesso all'Europa. Accogliere è un dovere e un obbligo, non una opzione tra le altre. Basta morti nel Mediterraneo”.

REDAZIONE 27 feb 2023 07:47