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Roma
di VITA.IT 17 mar 2023 06:45

Verso un nuovo sistema di welfare

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Il Forum del Terzo settore ha presentato un manifesto per l’apertura di un dibattito sui temi di welfare con i vari attori coinvolti e con le istituzioni

I livelli essenziali di prestazioni sociali (Leps) non sono sufficienti per stabilire che nel nostro Paese ci siano standard di vita sostenibili. Anche se riconosciuti come diritti fondamentali dall'articolo 117 della Costituzione, oggi in Italia ci sono ancora troppe disuguaglianze che precludono alle persone di usufruire di servizi fondamentali tra cui un’assistenza sanitaria adeguata, il libero accesso allo studio, a un lavoro dignitoso e la mancanza di modelli che incoraggino l’inclusività sociale, soprattutto per disabili e soggetti fragili.

Prossimità, universalismo e inclusività sono i tre principi sui quali si è interrogato il Forum nazionale del Terzo settore, si è riunito a Roma nei giorni scorsi per presentare il manifesto “Verso un nuovo sistema di welfare”, che vuol rappresentare una base di partenza per l’apertura di un dibattito sui temi di welfare con i vari attori coinvolti e con le istituzioni.

Il manifesto si snoda principalmente tra 5 obiettivi, che puntano a sviluppare un sistema socio-sanitario integrato, esteso ed omogeneo in tutto il Paese; rivedere il sistema di governance, in modo da coinvolgere sia il livello statale che quello regionale e locale, oltre che il Terzo settore stesso. Poi, occorre basare la programmazione degli interventi potenziando le risorse disponibili. Il Manifesto spiega anche come sia necessario sviluppare il sistema di presa in carico delle persone a partire dai Piani settoriali previsti dal Piano nazionale degli interventi e servizi sociali 2021-2023; infine, il documento incentiva ad abbracciare e sostenere ulteriori forme di welfare, che sia aziendale e integrativo.

Il modello a cui tendere - secondo il Forum - previene e contrasta gli elementi di esclusione sociali, promuovendo invece il benessere e lo sviluppo delle persone, non solo attraverso interventi di riduzione del disagio e delle povertà, ma anche attraverso il coinvolgimento, attivo e diretto, dei destinatari nei loro percorsi di inclusione culturale, sociale ed economica.

Per realizzare un nuovo welfare che garantisca gli stessi diritti su ogni territorio, definire i Livelli essenziali delle prestazioni sociali è condizione necessaria, ma non sufficiente: occorre anche prevedere adeguati finanziamenti e mettere gli enti locali nella condizione di rendere i Leps esigibili in tutto il Paese. Da qui la richiesta che nei futuri provvedimenti, Governo e Parlamento si impegnino per un massiccio investimento nel sociale, rafforzando in particolare la rete socio-sanitaria e avvalendosi delle competenze e della visione del Terzo settore.

Per una riforma dei Livelli essenziali delle prestazioni sociali che misurano anche lo stato di benessere della popolazione, è importante che questi siano giudicati non con criteri a ribasso, come fossero base minima dei servizi offerti ai cittadini visto lo stato attuale del Paese, ma ragionando su come renderli accessibili a tutti e inviolabili indipendentemente dallo stato sociale, dalla Regione di provenienza o da qualsiasi altro fattore discriminante. Ed è proprio sul principio di universalità, ma anche di interconnessione, che poggia la visione un welfare generativo, in cui si risolvono piccole e grandi problematiche individuali ma, al tempo stesso, si genera benessere e miglioramento sociale per tutta la popolazione.

Un aspetto molto importante riguarda poi le risorse da destinare ai servizi. Il Pnrr deve connaturare tutti gli investimenti e le riforme della Missione 5 (Coesione e Inclusione) e Missione 6 (Salute) che più direttamente prevedono azioni strutturate per le politiche attive del lavoro e il sostegno dell’occupazione, l’attivazione di infrastrutture sociali a favore delle persone e dei nuclei famigliari “fragili” e soluzioni per l’abitare. Oggi infatti il 28,4% delle persone con disabilità rischia l’esclusione sociale secondo i dati della Commissione europea.

Il post pandemia, lo slancio di investimenti offerto dal Pnrr e i mutamenti sociali sono una partita aperta per il Terzo settore, che deve interfacciarsi con le persone attraverso nuove strategie. Il Terzo settore assume una particolare rilevanza anche grazie all’amministrazione condivisa, all’accreditamento e al convenzionamento, previsti dal Codice del Terzo settore. Strumenti, questi, che appaiono più appropriati in quanto favoriscono la consultazione e la partecipazione attiva dei cittadini.

VITA.IT 17 mar 2023 06:45