Gardalatte, realtà in crescita
Quello concluso da poco è stato per il settore caseario un anno decisamente buono. Probabilmente uno dei migliori, con il settore dei formaggi che ha raggiunto livelli mai registrati in passato, grazie anche alle politiche messe in essere dal Consorzio Grana Padano con scelte di marketing particolarmente azzeccate, compresa quella di rivolgere un’attenzione particolare al mercato estero che ormai ha superato quello nazionale. È in questo contesto che Valter Giacomelli colloca il bilancio 2024 di Gardalatte, la società cooperativa agricola di Lonato di cui è presidente.
L’azienda, nata nel 1965 e che oggi conta su 38 soci, lo scorso anno, ha fatto registrare numeri importanti, in forte crescita. “Nel 2024 − sono i numeri che elenca Giacomelli − abbiamo raccolto oltre 1 milione 150mila quintali di latte che ha permesso la produzione di oltre 160mila forme di Grana Padano e di oltre 15mila quintali di provolone”. Nel corso della stagione estiva, poi, l’azienda di Lonato ha anche venduto latte spot (latte commercializzato settimanalmente al di fuori di qualsiasi contratto annuale o di lunga durata, ndr) nelle regioni del Sud del Paese dove c’è una particolare richiesta di questo prodotto.
Scelta. Quelli presentati da Giacomelli sono numeri che confermano, a 60 anni di distanza dalla nascita della società cooperativa, la felice intuizione di un gruppo di produttori convinti che il mettersi insieme per la trasformazione dei loro prodotti, sarebbe stato un valore aggiunto per le loro aziende.
“La nostra è una realtà − continua ancora il presidente di Gardalatte − costantemente in crescita, tanto da essere tra le 38 aziende finanziate dai progetti di filiera del Pnrr. Abbiamo già avviato i lavori che, tra Pnrr e Prs, strumento specifico dell’Unione europea, porteranno l’azienda entro il 2026 a investire circa 10 milioni di euro sulla struttura”. Una parte degli investimenti sarà destinata al rifacimento integrale del reparto destinato alla produzione del Grana padano, un’altra andrà per interventi orientati sempre di più alla sostenibilità. “Tutto questo − sono ancora considerazioni del presidente − farà di Gardalatte, come per altro è nella sensibilità di tutti i suoi soci, le cui stalle hanno tutte le certificazioni relative al benessere animale e stanno sviluppando una sempre più marcata sensibilità nei confronti dell’ambiente, una realtà fortemente impegnata sul fronte della sostenibilità”.Un’ulteriore parte dei fondi che arriveranno con il Pnrr e il Prs saranno destinati all’acquisto di attrezzature per migliorare sempre di più la qualità del lavoro nell’interesse e nella tutela dei 70 dipendenti attuali e anche per rendere attrattiva per le giovani generazioni l’ipotesi di un’occupazione a Gardalatte. “Da questo punto di vista − ricorda ancora Valter Giacomelli − abbiamo avviato una positiva collaborazione con Academia Symposium di Rodengo Saiano che porta spesso i suoi studenti a Lonato”. Per ultimo, infine, una parte dei finanziamenti sarà destinati anche a migliorare la reddittività dell’azienda.
In un anno fatto di tante luci, non manca però qualche ombra. Valter Giacomelli, i soci di Gardalatte e, più in generale, tutte le realtà del lattiero caseario guardano con preoccupazione al nuovo presidente americano Trump e alla sua (per ora solo annunciata) intenzione di attuare una nuova politica di dazi doganali. “Il 70% delle esportazioni della produzione casearia italiana − ha ricordato Giacomelli − va ancora nei Paesi europei, ma Stati Uniti e Canada sono i principali mercati extra Ue per il Grana Padano. È indubbio che l’introduzione da parte di Trump di eventuali dazi potrebbe avere pesanti ripercussioni. Oggi, il mercato americano assorbe circa l’8% delle nostre esportazioni. I danni che potrebbero derivare sarebbero considerevoli anche per il Grana padano”.
Un’ultima sottolineatura il presidente di Gardalatte la dedica alla presenza nel settore caseario italiano di un colosso internazionale. “Non dobbiamo avere paura − afferma −, ma leggere nell’attenzione di Lactalis per dop, come il Grana padano e il Parmigiano Reggiano, la chiara indicazione che sono prodotti vincenti su cui investire. Noi dobbiamo fare altrettanto, percorrendo con sempre maggiore convinzione le sinergie e il mettersi insieme. Sarebbe virtuoso che ogni azienda continuasse a produrre in proprio ma poi andasse a vendere insieme i prodotti realizzati”.
