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di ELISA GARATTI 20 feb 2024 11:19

Miri: la concretezza di un'eleganza contemporanea

In un Festival dalle tinte (almeno nelle prime serate) prevalentemente monocolore e scure, gli abiti Maurizio Miri (che si è avvalso della stretta collaborazione con la stylist Nadia Baiardi) hanno donato colore al palco dell’Ariston. Lo stilista bresciano, infatti, ha vestito la coppia Francesco Renga e Filippo Neviani (Nek) per tutta la durata della kermesse musicale (solo nella serata finale i due sono scesi sul palco dell’Ariston con un doppiopetto grigio antracite, una tonalità più “classica” rispetto a quelle viste nelle serate precedenti). “Voce” lo ha raggiunto, mercoledì 7 febbraio, proprio a Sanremo.

“Il progetto – ha spiegato Miri – nasce dall’amicizia e dalla stima che, ormai da tempo, mi lega con Francesco, il quale ha poi coinvolto Filippo in questo viaggio. L’idea è la reinterpretazione del mondo degli anni ‘40 - ‘60 retrò, visto che la canzone mette le sue radici intorno a quell’epoca. Insieme ai due cantanti, abbiamo scelto i colori, la vestibilità, gli abbinamenti, gli accessori... Tutti sono stati coinvolti nella realizzazione del progetto, che è sfociato in un’esplosione di colori già dalla prima serata”. Per il Festival di Sanremo, Maurizio Miri ha unito il concetto retrò, sua firma stilistica, tramite l’uso del tono su tono, con l’accostamento di colori decisamente inusuali, ma ricercati e originali. Un mix per creare giochi di luce e una visione tridimensionale del look.

“Chiaramente, ogni stilista va a reinterpretare le origini del brand che rappresenta – ha sottolineato –. Noi ci siamo ritagliati il nostro spazio reinterpretando il concetto sartoriale: un’idea da cui parte il mio stile che è in perfetto connubio con i ragazzi”. L’esperienza di moda proposta da Maurizio Miri, in effetti, va al di là delle tendenze e degli status symbol e trae la sua linfa nei valori bresciani (Miri è nato a Brescia nel 1976, da madre bresciana e padre palermitano. Ha aperto il suo primo negozio d’abbigliamento nel garage di casa quando aveva solo 10 anni. L’etichetta “Maurizio Miri” nasce nel 2008, frutto di un’evoluzione, di un’esigenza di staccarsi dalla famiglia per intraprendere un percorso personale).

“Brescia mi ha dato quel valore aggiunto che non tanti hanno, cioè la concretezza – ha continuato –. La mia idea di stile è quella di fare in modo che ogni telespettatore riesca ad immaginarsi e a immedesimarsi in uno dei due artisti che cantano. Badiamo molto al sodo e, infatti, i commenti che ho ricevuto dopo la prima serata sono stati quelli di un’eleganza contemporanea, vestibile, leggibile dal grane pubblico, fatta però di grande qualità”. Non è un caso, allora, che sul suo sito Maurizio Miri abbia voluto ribadire l’intento di portare sul palco di Sanremo “una visione intima, personale e rivoluzionaria della sartorialità, dove ogni abito è una storia da raccontare e un’emozione da vivere”.

ELISA GARATTI 20 feb 2024 11:19