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Brescia
di PAOLO FONTANA 23 giu 2025 10:13

La democrazia prevalga sulle armi

In questi giorni di profonda inquietudine, in cui il mondo osserva con crescente apprensione l’inasprirsi del conflitto tra Israele e Iran — con un coinvolgimento sempre più diretto degli Stati Uniti — è necessario, come cittadini e come rappresentanti delle istituzioni democratiche, interrogarsi con lucidità e senso di responsabilità su quanto sta accadendo.

Il rischio che un’escalation incontrollata trascini il Medio Oriente — e con esso il mondo intero — in un vortice di violenza e instabilità è reale, ma proprio in questo scenario di tensione la diplomazia resta un atto di coraggio, non di debolezza. La sicurezza delle democrazie va difesa non solo con la deterrenza, ma anche con una ricerca attiva della pace. Un principio che resta valido solo se libero da retoriche vuote e da un pacifismo privo di responsabilità.

In questo contesto, le parole pronunciate dal Ministro degli Esteri, Antonio Tajani, assumono un valore che travalica la cronaca per diventare guida e riferimento di una visione:

“Bisogna fare in modo che sulle armi prevalga la democrazia. Non è facile, ma non bisogna mai rinunciare.”

Sono parole che ci ricordano una verità fondamentale: è proprio nei momenti di massimo pericolo che si misura la statura della politica.

Torna alla mente la lezione potente e attuale contenuta nel libro I cannoni d’agosto di Barbara Tuchman. In quelle pagine, dense di ammonimenti, si ripercorre il tragico scivolamento dell’Europa nella Prima guerra mondiale: una guerra né voluta né cercata, ma resa inevitabile da errori di calcolo, rigidità ideologiche e chiusure reciproche.

Nessuno voleva la guerra ma la guerra venne lo stesso, perché nessuno seppe fermarsi in tempo.

È una lezione senza tempo: gli errori umani, in momenti di crisi, possono trasformarsi in tragedie storiche.

Non a caso, proprio quelle pagine ispirarono il Presidente John Fitzgerald Kennedy durante la crisi dei missili di Cuba. In un momento in cui il mondo fu a un passo dall’apocalisse nucleare, egli scelse la via della diplomazia, della prudenza e del dialogo.

Fu una decisione che salvò il mondo.

Mi auguro che le leadership internazionali sappiano dimostrare la saggezza e la capacità necessarie per garantire la sicurezza delle democrazie occidentali, percorrendo fino in fondo ogni possibile via diplomatica, nella consapevolezza che, pur essendo necessaria, la sola deterrenza non è sufficiente, né può rappresentare l’unico strumento.

PAOLO FONTANA 23 giu 2025 10:13

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