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Brescia
di CELESTINO PANIZZA 12 set 2018 12:43

Legionella: alcune riflessioni

L’epidemia quasi dovuta a Legionella solleva alcune problematiche che meritano di essere poste in luce e che vanno oltre la contingenza dell’evento che investe una vasta area del bresciano e dell’alto mantovano. La lettera del Presidente Associazione Medici dell’Ambiente - ISDE Italia Sezione di Brescia

L’epidemia quasi dovuta a Legionella solleva alcune problematiche che meritano di essere poste in luce e che vanno oltre la contingenza dell’evento che investe una vasta area del bresciano e dell’alto mantovano. L’ipotesi è che il contagio sviluppato in modo massiccio nelle acque stagnanti e riscaldate del fiume Chiese che alimenta anche una rete di canali che defluiscono tutti i paesi più colpiti dal contagio. La portata d'acqua del fiume molto sfruttato a fini irrigui e idroelettrici e interessato da scarichi autorizzati e non, si riduce drasticamente soprattutto in estate. I ristagni creatisi sarebbero stati l’ambiente ideale al proliferare di alghe e amebe, in grado di creare una condizione adatta per la legionella. Le abbondanti precipitazioni di alcuni giorni avrebbero quindi diffuso i batteri sui campi, andando a contaminare pozzi e falde. Questo lo scenario tracciato dalle autorità sanitarie locali e dagli infettivologi degli Spedali Civili di Brescia.

Possibile che sia stata contaminata la prima falda, considerato che il comune di Calvisano non ha né acquedotto né depuratore. Ma anche in altri comuni, nonostante la presenza dell'acquedotto, diverse abitazioni hanno pozzi privati, utilizzati per innaffiare orti e giardini. Ad un primo esame le modalità di questa epidemia sono singolari uniche per modalità di diffusione, di solo legato a piscine, sistemi di refrigerazione docce come documentano alcuni studi che esaminato e registrano i casi conosciuti al livello mondiale. Anche l’uso di antibiotici negli allevamenti potrebbero aver favorito la selezione di ceppi resistenti. Sembra quindi di trattarsi di una esplosione epidemica nella quale è una concausa il pesante sfruttamento del territorio (e in particolare delle acque) legante anche alle condizioni climatiche generali come avviene per altre malattie infettive.

Questo caso richiama la necessità di esplorare l'influenza delle attività umane e processi economici sulla dinamica del paesaggio e dei patogeni, sarebbe di vitale importanza per prevenire una grande parte di malattie infettive oltre che delle malattie non trasmissibili. Limitare l’attenzione alle cause ultime, pur necessaria, non deve distogliere l’attenzione dalle dinamiche ecologiche e climatiche che renderanno questi eventi più frequenti

CELESTINO PANIZZA 12 set 2018 12:43