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di GIUSEPPE DELFRATE 29 nov 2022 12:39

A proposito del reddito di cittadinanza

Ho conosciuto il Reddito di Inclusione, dove il ruolo dei Servizi comunali era primario. Il passaggio rapido al RdC ad inizio 2019 ci ha subito posto di fronte a una legge pessima già nella sua stesura e non chiara negli obbiettivi da perseguire, come pure in merito alla quantità di risorse necessarie. Tempo fa il quotidiano Avvenire ha pubblicato un resoconto riguardante i costi complessivi del RdC e che per il 44% dei beneficiari aveva riguardato dei sigle. A seguire ci sono diversi pensionati che già percepivano l’Assegno sociale per la mancanza o insufficienza di contributi versati, e magari anche con il coniuge nella stessa situazione totalmente assistenziale c he è migliorata di circa il 20 %. Ma ciò che vorrei richiamare è il fatto che le giovani famiglie con minori a carico, anche tre – quattro, non hanno avuto benefici sostanziosi perché la legge contiene una forma di vizio deprecabile che è quello di privilegiare potenziali elettori. Faccio l’esempio, storicamente da me conosciuto e gestito, in cui il lavoratore di circa 40 anni per motivi vari muore. Eredi moglie e due – tre figli. Diritto alla pensione per gli eredi può essere anche meno di 500 euro mensili complessivi; ma pur considerando che la vedova svolga attività lavorativa o la trovi dopo l’evento luttuoso, vogliamo assicurare almeno 500 euro per ogni figlio che deve andare a scuola e crescere? A due anziani “poco laboriosi regolarmente” diamo 1500 euro dimenticando che è l’infanzia che ha maggiore bisogno.

Ho fatto esempi schematici sapendo che i vari direttori dei Patronati, Acli comprese, potrebbero illustrare esempi concreti ma lasciano parlare soltanto i sociologi. Come ex operatore sociale seguo ancora con attenzione ed apprensione queste palesi contraddizioni, non ho mai archiviato la mia carica critica nella ricerca di maggiore giustizia sociale. Quindi, vorrei tanto che in ogni realtà si facessero emergere le opportunità di lavoro, ma anche le condizioni di impegno per accedervi. Molte volte si tratta di una riqualificazione professionale per entrare nel mercato del lavoro a pieno titolo insieme ad altri giovani immigrati. Questa è un po’ la scommessa dei nostri tempi. Credo che anche i nostri illustri dovrebbero spingere per moltiplicare confronti e dibattiti nella comunità, mentre il confronto associativo e di gruppi politici non è ricercato e il dibattito risulta spento. Alcuni decenni fa si mettevano in conto gli straordinari necessari per affrontare situazioni complesse; oggi?

GIUSEPPE DELFRATE 29 nov 2022 12:39