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22 mag 2015 00:00

Attenzione a quel ramo del lago di Garda

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L’articolo “Attenzione turisti: questo lato del lago di Garda è omofobo” comparso sul Magazine Gay.it a firma dell’Arcigay Orlando di Brescia, ci fa capire che la cura gay friendly del boicottaggio - sperimentata efficacemente con Guido Barilla - continua ad essere somministrata, seppur tra alti e bassi.

A gennaio, infatti, la comunità LGTBQ ha tentato con scarso successo di applicare la suddetta cura alla regione Lombardia -colpevole di aver organizzato un convegno sulla famiglia- invitando tutto l'universo mondo a boicottare l'Expo e tutte le aziende lombarde.
Ora l'Arcigay ci riprova - perché i lupi perdono il pelo ma non il vizio - invitando i turisti a boicottare le località gardesane di Salò, Desenzano e Tignale colpevoli di concedere il suolo pubblico alla veglia delle Sentinelle in Piedi.

L’articolo dai toni pacatissimi ben lontani da quelli urlati contro le Sentinelle durante la veglia bresciana di dicembre 2014 -che il Magazzino 47 promette pubblicamente di replicare in occasione della veglia di sabato 23 maggio 2015- sostiene che le città che ‘ospitano’ le Sentinelle in Piedi sono omofobe e in quanto tali invita il Turista a disertarle.
Se all’Arcigay sono convinti del sillogismo veglia=omofobia, dovrebbero applicarlo a tutte le 100 città sparse sull’intero territorio nazionale che veglieranno tra il 23 e il 24 maggio 2015 ed invitare tutti i turisti a boicottarle, comprese Milano e Roma presenti nell’elenco delle città veglianti.

Di sillogismo in sillogismo, mi chiedo come mai il Gay Pride si svolga a Roma città che dovrebbe essere considerata omofoba per eccellenza data la presenza del Vaticano e le dichiarazioni contenute nei libretti dell’UNAR in materia di omofobia, secondo cui: "L’omofobia continua a essere rinforzata nell’interazione quotidiana con altri individui omofobi, nella ricezione costante di messaggi omofobi, subliminali o espliciti, da parte di istituzioni e/o organizzazioni religiose".

Per coerenza con la richiesta al Turista di boicottare le regioni e le città omofobiche, il mondo LGTBQ dovrebbe chiedere agli organizzatori del Gay Pride di boicottare Roma e di svolgere tale manifestazione in una città considerata gay friendly preferibilmente di una nazione gay friendly.
Mi rimane oscuro, invece, di quale colpa si sia macchiata Tignale per essere stata messa all’indice dall’Arcigay di Brescia insieme a Salò e Desenzano del Garda, un messaggio subliminale?
22 mag 2015 00:00