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01 giu 2016 00:00

Castelletti. Un tweet di troppo?

"Nel suo tweet la Castelletti sostiene che chi è contrario alle legge dello stato sulle unioni civili è automaticamente omofobo"

Nella richiesta avanzata da una parte assolutamente minoritaria nel Paese di riconoscimento delle coppie omosessuali e delle famiglie cosiddette arcobaleno, ci era stato garantito che nulla sarebbe cambiato nella società, e si stigmatizzava ogni preoccupazione come infondato allarmismo targato “cattolicesimo oltranzista” o “ultracattolicesimo”.

Per chi voleva cogliere i segnali del cambiamento epocale che ogni forma di riconoscimento delle coppie omosessuali avrebbe comportato bastava riflettere sulla sostituzione dei termini madre e padre con l’espressione “genitore 1 e 2” che introduceva nella lingua italiana la rivoluzione antropologica coatta della società. Ma questo è solo l’inizio: in Svezia, ad esempio, sono già molto oltre e l’espressione “donna incinta” è appena stata vietata per una più neutra e democratica “persona incinta”.

Chi non era disposto a credere a facili rassicurazioni era ben cosciente della gravità delle conseguenze di un simile riconoscimento, conseguenze che non hanno tardato a verificarsi. Prima fra tutte l’atteggiamento prevaricatorio ed intollerante delle persone favorevoli alle unioni civili che anche nella nostra città e provincia si sono distinte per azioni di disturbo delle iniziative pro famiglia naturale.

Purtroppo tra queste dobbiamo segnalare anche la vicesindaco di Brescia Laura Castelletti che con un tweet ha etichettato come omofobo don Giorgio Rosina, colpevole di aver affisso nell’oratorio di sant’Afra una locandina in cui si sintetizza il messaggio che è sbagliato annullare le differenze della coppia umana maschio- femmina.

Credo che tutti comprendano l’importanza della libertà di espressione, ma se a censurarla è una rappresentante delle istituzioni cittadine credo che sia ancora più grave, perché in quanto tale dovrebbe essere esempio di equilibrio e di rispetto delle opinioni di tutti i cittadini. Ma ci sono altri motivi che acuiscono la gravità delle affermazioni della vicesindaco. Il suo colpire un sacerdote prefigura l’inizio delle persecuzioni della Chiesa, come avviene in Spagna (ultimo in ordine di tempo il vescovo Canizares che rischia la denuncia penale per dichiarazioni sull’esistenza di lobby gay), e il suo tweet diretto alle Caramelle dimostra la sua approvazione e il suo appoggio a un gruppo che già si è distinto per violente azioni di disturbo e fanatismo ideologico nei confronti di incontri e relatori a favore della famiglia naturale, nonché delle pacifiche veglie delle Sentinelle in Piedi.

Nel suo tweet la Castelletti sostiene che chi è contrario alle legge dello stato sulle unioni civili è automaticamente omofobo. Vorrei ricordare che questa legge è stata approvata a colpi di fiducia sia al Senato che alla Camera, segno che non vi era alcuna certezza che i rappresentanti dei cittadini eletti in parlamento l’avrebbero approvata per convinzione, oltre al fatto che è stata impedita in aula qualsiasi discussione, un brutto segnale per la democrazia e la libertà di espressione che la vicesindaco non fa che confermare.

Ringrazio il vescovo Luciano Monari per la bellissima omelia pronunciata nella celebrazione del Corpus Domini in cui tra l’altro ha affermato che con le unioni civili si è intrapresa la “strada sbagliata”, esattamente lo stesso concetto espresso nella locandina appesa da don Giorgio in Sant’Afra. Chissà se la Castelletti pensa che anche il nostro vescovo sia omofobo.
Tutta la nostra solidarietà a don Giorgio e al clero bresciano, che ci auguriamo possano continuare ad esprimere liberamente le proprie convinzioni e a proclamare le verità di fede senza timore per le dichiarazioni intimidatorie di alcuni politici.
01 giu 2016 00:00