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di FRANCO MINGOTTI 01 gen 2024 22:33

Cucù al posto di Gesù

Una nota pubblicità recitava; “Il Natale quando arriva, arriva”. E con esso tutto il parlare, a volte con sterili e puerili polemiche, sulle recite di Natale nelle scuole o nei vari ambiti. Questa volta, però, con quel “Cucù” usato al posto di Gesù abbiamo superato ogni limite. Ma siamo proprio sicuri che le recite ed i canti natalizi turbano i fedeli di altre religioni? Sicuramente quel “Cucù” ha offeso me e, sono certo, urtato tantissimi cattolici!

Conosco persone che sono di altre religioni le quali, mi riferiscono, di non sentirsi offesi né turbati dalle recite o canzoni natalizie, anzi sono contenti che i propri figli partecipino a queste recite. Anche loro, specialmente quelli che considerano Gesù come profeta, si sono sentiti offesi da quel “Cucù”.

Non è che quel piccolo Bambinello, posto nel presepe o cantato nelle canzoni di Natale, interpella le nostre coscienze e che, per tacitarle, ci nascondiamo dietro li fatto che potrebbero urtare la sensibilità religiosa di altri?

Ritengo sia sbagliato, anche in nome della più ampia libertà, rinnegare la propria cultura, le proprie tradizioni, le proprie radici. Così come si sia sbagliato a non mettere nella Carta Europea le radici, giudaico-cristiane, dell’Europa.

Ritengo non ci si debba mai vergognare delle proprie radici!

È di quel “Cucù” usato in modo improprio che ci dobbiamo vergognare.

FRANCO MINGOTTI 01 gen 2024 22:33