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27 apr 2015 00:00

Divorzio breve: "Non posso tacere"

Un commento che arriva da Modena alla recente approvazione da parte della Camera del divorzio breve

L'emozione è troppo forte, a poche ore dalla notizia del "SI" dato dalla Camera dei Deputati - con una maggioranza mai vista - all'ultima "picconata" alla Famiglia. Mi sento parte in causa, da padre separato: non posso tacere.

Non si può accettare silenti un Parlamento che legifera con tale rapidità su materie, ancorché diffusamente sentite dalla maggioranza degli Italiani ( di certo, molto più della legge elettorale ), a dir poco "sensibili". Materie che investono la coscienza dei singoli, uomini e donne, prima che la disciplina di partito.

Da Cattolico e, per mia sventura, appassionato di politica - non certo della disputa belluina del contesto contemporaneo, ma trovando conforto nei libri - mi trovo, esattamente come un osservatore "alieno" ( nel senso stretto del termine ), a vivere sentimenti contrastanti e fortissimi, che per onestà intellettuale non posso evitare di attribuire all'attuale classe politica.

Un Matrimonio - per quanto sfortunato possa essere - è sempre espressione di una scelta di dono, che si intende consapevolmente proiettata all'infinito e che si vorrebbe rendere eterna grazie ai figli. Nell'ottica Cristiana, non esiste potere umano capace di sciogliere i contraenti da tale Vincolo: su questa base, non su osservazioni più pragmatiche circa la necessità di interrompere convivenze forzate che risultano fonte di sofferenza ( orientamento che in linea di principio mi trova d'accordo ), non si può evitare di percepire la distonia tra politica e Magistero, o meglio tra politica e Fede.

Ebbene, proprio dal passato ci viene l'indicazione di quanto sofferto fosse il dibattito su questa materia all'interno del " partito cattolico per eccellenza", la Democrazia Cristiana, ai tempi del referendum sul Divorzio. Sappiamo bene com'è andata..

Parte da lontano la crisi della Famiglia, ed in un certo senso la norma approvata non fa altro che concludere un "iter" di progressivo sfaldamento - morale, soprattutto - della società Italiana ( ed Occidentale, in genere ) che non stupisce più di tanto. Quindi, avrebbe ragione chi oggi esulta, nel considerare quanto accaduto solamente l'epilogo di un processo di "civiltà".

Non può finire così! Se da un lato percepisco il "sollievo" di tanti per un peso giuridicamente inferiore al previsto, dall'altro è appunto la coscienza ad interpellarmi: giova davvero l'ultima picconata Laicista, o forse è solo l'ennesimo omaggio a poteri ed interessi di parte?
Una scelta necessaria oppure un modo machiavellico di tenere insieme gli opposti inconciliabili?

Penso la verità stia nel mezzo: lo richiede la realtà, ma lo ha chiesto - a gran voce - quella parte maggioritaria e trasversale del mondo politico che ormai non ha più nulla da dire in fatto di morale Cristiana, coscienza e ricerca del bene comune.
Una fredda constatazione di certo non estranea ai Sacri Palazzi, che tuttavia sembrano non comprendere la necessità storica di invertire la rotta, se davvero si vuole - come viene dichiarato - riportare l'Europa al recupero delle proprie Tradizioni e di valori maggiormente inclini al rispetto dell'uomo e della Vita.

Se penso che meno di quarant'anni fa i "leaders" politici in questo Paese ( Moro, Andreotti e tanti altri ) venivano periodicamente convocati "oltre Tevere" - non senza un certo giustificato fastidio - per verificare le linee generali di un percorso politico che si intendeva esplicitamente legato ai "desiderata" della Santa Sede, resto di sale davanti al "laissez faire" che oggi contraddistingue i rapporti e la rappresentanza delle istanze Cattoliche nella società Italiana.

Sembra sia calato un generale disinteresse, come se la morale e la politica avessero definitivamente imboccato strade opposte.
Lo si vede persino nelle Diocesi e nelle Parrocchie: la politica è diventata un "tabù", un argomento da evitare accuratamente.

Fossi stato nei panni - indubbiamente scomodi - del Presidente del Consiglio, avrei fatto di tutto per attendere, da Credente, una parola di conforto dal Sinodo per la Famiglia che sarà celebrato a Ottobre, senza fughe in avanti ma con il coraggio di pretendere il rispetto anche della sensibilità Cattolica. Soprattutto, non avrei permesso una scelta così repentina nell'anno del Giubileo straordinario. Non fateci troppo caso, però: sebbene neppure quarantenne, appartengo ad un'altra epoca della politica ( e ne sono fiero ).

Ecco l'importanza di voci come la Vostra, che possono restituire luce laddove non si vede che tenebra.

In conclusione, proprio in ragione di una maggiore coerenza, credo non vi sarà risoluzione a questo continuo "assalto alla diligenza " se non si recupera - da subito - la consapevole scelta di ridare un'espressione politica unitaria a quegli stessi Valori ( oggi largamente minoritari ) che la politica pubblicamente sacrifica alla "ragion di Stato".

Serve il coraggio di disfare, se si vuole finalmente ricostruire. La Chiesa Cattolica batta un colpo, per favore.
27 apr 2015 00:00