Il Garda non è Gardaland
Il Garda non è Gardaland. Spendere quasi 350 milioni di euro (ma alcuni prevedono già mezzo miliardo…) per realizzarci una ciclabile, è un grottesco esempio di spreco del denaro pubblico. Spreco, perché ci sarebbe da fare ben altro: per esempio, affrontare il nodo della depurazione, minaccia incombente sul bacino lacuale più grande e importante del Paese; oppure occuparsi della viabilità in generale, piuttosto che dell’approvvigionamento energetico.
Spreco di denaro, ma purtroppo non solo: l'idea di realizzare una ciclabile lungo la costa gardesana, è un investimento che nuoce al Garda.
Con buona pace di gran parte dei nostri amministratori locali, evidentemente in altre faccende affaccendati, il progetto presentato dalle 3 regioni che si affacciano sul lago, va a modificare in modo probabilmente irreversibile i connotati identitari del Garda. Lo fa perché altera fisicamente i luoghi. Ma soprattutto in quanto condiziona il nostro futuro sviluppo socio-economico. Vediamo con timore l’affermarsi di una tipologia di turista non auspicabile, abituato a usare il territorio e poco incline ad apprezzare la ricchezza del nostro entroterra e i suoi valori.
Il bacino gardesano, a nostro giudizio, dovrebbe essere un parco e non un parco dei divertimenti. Quindi, meritare cura e rispetto. E poi esigere investimenti pubblici per rispondere alle emergenze sopra richiamate e per attrarre un turismo maturo e di qualità. Un turismo che allontaniamo per portarci in casa una incompatibile massa di curiosi o ciclisti della domenica, da far divertire, permettendogli di camminare o pedalare a pelo dell’acqua.
Tignale24, gruppo politico indipendente
