La sanità di base lascia desiderare
Sono stato ricoverato negli ultimi due mesi e mezzo in tre strutture sanitarie bresciane, alle quali vorrei esprimere il più sincero grazie per la cura prestatami, che mi ha consentito di tornare a casa, e continuare a vivere. Il tutto a seguito di un infarto, che oltre all’angioplastica ha necessitato di intervenire per applicare un bay-pass. Il primo approccio è avvenuto in cardiologia all’Ospedale di Manerbio. Poi prima e dopo l’intervento in Cardiochirurgia del Civile di Brescia, per applicare i bay-pass, ho svolto vari giorni di riabilitazione alla Domus Salutis, sempre a Brescia. In entrambe le strutture, diverse fra loro di specializzazione, ho trovato una accoglienza cordiale e amichevole, che insieme alla disponibilità del personale, crea nel malato una tranquilla serenità interiore, certamente la priorità fisico-psicologica necessaria, per affrontare la complessità della cura. Trovarsi da un giorno all’altro in un mondo diverso dal proprio vivere, ansia, paure e perplessità ti assaliscono. Basti ricordare la sveglia al mattino, più vicina all’ora che a casa ci vedeva andare a letto. Se all’accoglienza, aggiungiamo la professionalità e competenza del personale, dai medici, agli assistenti, infermieri, fisioterapisti, operatori socio-sanitari, posta in pratica nella cura del malato, in più occasioni grave, esce un quadro di una eccellente sanità ospedaliera. E ti viene spontaneo il grazie per quanto queste strutture e il suo personale, ti hanno donato.
Tutta questa eccellente Sanità Ospedaliera, però si frantuma quando ritorni a vivere da cittadino normale a casa. Quelle specifiche attenzioni, visite, analisi, medicinali, consigli, chi te le può dare, per continuare ad essere sereni e tranquilli nei confronti della propria salute. Medici di base pochi, oberati di lavoro e di troppi mutuati, troppo legati ancora ai vari divieti e protocolli chiesti per prevenire il covid. Così ogni piccolo malore, non visitato subito, ti porta al pronto soccorso, dove lunghe code richiedono più ore per visitarti, e magari rispedirti a casa per un semplice malore. Prenotare visite specialistiche è sempre un rebus, superata la barriera del collegamento, dopo mattinate passate al telefono, qualunque sia la tua prescrizione, quasi mai urgente, la visita è fissata dopo qualche mese, se non anni. Il fatto strano è che se vai a pagamento, con gli stessi medici specialisti, in un giorno o due ti visitano. Situazioni di questi giorni, come del resto confermate qualche giorni fa dallo stesso Assessore al Welfare della Regione Lombardia Guido Bertolaso, in Consiglio Regionale.
