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di STEFANO KARADJOV 11 apr 2023 13:45

Le origini di Foppa? La risposta di Brescia Musei

Stefano Karadjov, direttore di Fondazione Brescia Musei, risponde alla lettera del professor Maurilio Lovatti sui natali del pittore Vincenzo Foppa

Prima di indirizzarVi la lettera pubblicata il 6 aprile scorso, il professor Maurilio Lovatti ha intrattenuto con i nostri uffici una lunga, articolata e cortese corrispondenza sul tema.

Il soggetto era appunto non tanto definire con esattezza il luogo di nascita del pittore Vincenzo Foppa – dato che a oggi può solo essere ipotizzato – ma come formalizzarlo, avendo di fronte due possibili vie. Una è quella, ampiamente illustrata dal professor Lovatti, che è stata accolta dalla tradizione degli studi e che indica come luogo di nascita Brescia; l’altra è invece quella introdotta a partire dalla mostra del 2002, curata da Giovanni Agosti, Mauro Natale e Giovanni Romano. Tale seconda lettura propone come luogo di nascita Bagnolo Mella, località (è opportuno precisarlo a vantaggio di tutti i lettori) situata nel territorio della provincia di Brescia, a pochi chilometri dalla città. È evidente che questa lectio non rende il maestro meno bresciano, se non per logiche di campanile che crediamo possano essere, nel 2023, considerate superate. Meno che mai può essere messo in discussione, al di là dei natali, il suo ruolo di capostipite della scuola bresciana del Rinascimento.

La scelta di adottare la dicitura Bagnolo Mella nelle didascalie della Pinacoteca Tosio Martinengo – dove Foppa è celebrato appunto come protagonista assoluto a Brescia del passaggio tra tardo Quattrocento e primo Cinquecento – si spiega in effetti con la volontà di aderire alle più recenti pubblicazioni scientifiche: il catalogo della mostra summenzionata e il Catalogo Generale della Pinacoteca Tosio Martinengo (edito nel 2014) nel quale la figura di Foppa è stata sottoposta a nuovo e ulteriore vaglio da parte del prof. Marco Rossi. E se da un lato è vero che il catalogo del 2002 non illustra le ragioni della scelta a favore di Bagnolo Mella, è pur vero che non risultano contestazioni e smentite di natura scientifica a tale decisione. Non si tratta quindi di imbarazzo da parte nostra nel contraddire una pubblicazione promossa dal Comune di Brescia: l’onestà intellettuale con la quale costantemente ci proponiamo di operare ci porta spesso ad aggiornare e correggere, senza alcun disagio, ipotesi e proposte da noi stessi formulate, allo scopo di affermare costantemente la (pur fragile) scientificità delle discipline delle quali ci occupiamo. Si tratta piuttosto di non avere elementi per mettere in dubbio le ragioni – magari non esplicitate, ma che indubbiamente dovettero determinare la decisione di discostarsi dalla tradizione – che convinsero studiosi di indiscussa vaglia a preferire una dicitura all’altra.

In una corrispondenza privata, il prof. Enrico Valseriati – storico modernista in forza al nostro Settore Collezioni e Ricerca – ha con dovizia di riferimenti illustrato al prof. Lovatti che il fatto che da un punto di vista fiscale sia Vincenzo Foppa che suo padre risultassero in diverse fasi “cittadini” bresciani significa solamente che pagavano le tasse in città e nulla ci dice sul luogo dei loro natali. Dispiace veramente che anche raffinatissime spiegazioni tecniche – che qui omettiamo per brevità – non abbiano convinto il professor Lovatti che non è possibile stabilire il vero luogo di nascita, e nemmeno quello verosimile.

La scelta è arbitraria, e il metodo che il Comitato Scientifico di Fondazione Brescia Musei e la commissione scientifica istituita per l’ordinamento della Pinacoteca (composta dal prof. Francesco Frangi e dalla prof.ssa Stefania Buganza) hanno deciso di applicare negli apparati didattici della Pinacoteca è stato sempre quello di accogliere l’ultima voce critica autorevole: nella assoluta disponibilità ad aggiornare qualsiasi dato si rivelasse, sulla base di fonti altrettanto autorevoli e aggiornate, inesatto.

STEFANO KARADJOV 11 apr 2023 13:45