L'ha detto la televisione
“L’ha detto la televisione”. Quando ero bambino, ben prima quindi dell’avvento dei social ed in piena crescita e diffusione dell’informazione televisiva, non era infrequente sentir dire “l’ha detto la televisione”, il che, in buona misura, sottintendeva un fiducioso quanto forse ingenuo “quindi è vero”.
La cosiddetta “controinformazione” era allora affidata unicamente ai giornali di partito o perlomeno ideologicamente schierati, per i lettori dei quali ugualmente e generalmente valeva il motto “L’ho letto sul tal quotidiano quindi è vero”. Ed è qui che, con particolare riferimento al periodo appena antecedente all’approvazione della famosa Legge 194, credo sia utile soffermarsi un attimo: era proprio vero quello che, a sostegno dell’urgente necessità di una legge che legalizzasse l’aborto, sbandieravano i più diffusi ed insospettabili quotidiani di allora? Scriveva al riguardo Francesco Agnoli: “Nel 1971” il tal partito “presentò al Senato una proposta per l’introduzione dell’aborto legale, libero e gratuito, affermando che in Italia vi erano tra i 2 e i 3 milioni di aborti annui e che circa 20.000 donne all’anno morivano a causa di questi interventi. Nel successivo progetto di legge (…) il numero degli aborti annui rimaneva stabile, mentre quello delle donne morte per pratiche abortive clandestine saliva, chissà come, a 25 mila. Tali cifre venivano riprese come attendibili da tantissimi giornali ( del 10 settembre 1976: da 1,5 a tre milioni di aborti clandestini l’anno. del 7 settembre 1972: da 3 a 4 milioni l’anno…). I giornali “sparavano” questi dati, ed il fatto che anche sotto la pressione degli stessi nacque la 194, che legalizzò l’aborto, conferma che in qualche modo erano diffusamente ritenuti veritieri.“Eppure, “come annotava anni dopo Antonio Socci, “non ci voleva molto, già allora, per scoprirne la falsità. (…) Secondo calcoli fatti da statistici, ipotizzando 3 (o addirittura 4) milioni di aborti clandestini l’anno ne derivava un tasso medio di abortività in base al quale -alla fine- ”.
Con altri calcoli statistici si verificò poi che le 25 mila donne che si sosteneva morissero ogni anno di aborto clandestino fossero in realtà solo qualche decina, sempre troppe ma molto e ancora molto meno di quante, a legge approvata, continuino a morire di aborto clandestino, piaga che la 194 non ha certo eliminato. Ebbene, quando ancora oggi i media, social compresi, “sparano” le loro “verità” sapientemente occultando quelle sgradite, in particolare sulle tematiche eticamente sensibili, dobbiamo ancora dar loro tanta fiducia incondizionata? Quando, ad esempio, certi media ed i loro omologhi d’oltralpe “sparano” indagini statistiche sulle intenzioni di voto degli elettori che poi vengono sbugiardate dai fatti, vedi il recente caso dell’elezione del Presidente degli Stati Uniti, “l’ha detto la televisione” quindi è vero o qualcuno ha truccato le carte? Quando, sempre ad esempio, trattando di fine vita certi media “dimenticano” di raccontare - piccolo dettaglio - come i casi di eutanasia anche tra i minorenni siano in progressione geometrica nei paesi deve tale pratica è stata legalizzata, “non l’ha detto la televisione”, quindi non è vero, o questa tristissima realtà sussiste davvero? Quando, per concludere, più o meno gli stessi media (sono sempre quelli) in tema di diritti, di rispetto e di inclusione “dimenticano” come, negli Stati Uniti, le pratiche di transizione di genere in età adolescenziale siano in rapido aumento e quanto il fenomeno sia strettamente frutto della potente propaganda lgbtq+, “non l’ha detto la televisione” quindi non esiste? “Ma mi faccia il piacere!”, diceva l’indimenticabile Totò. Eh sì, pare proprio che oggi, essere un minimo “schizzinosi” nel dare immediato credito all’informazione mainstream non sia poi così sbagliato: la storia insegna…