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di LUCA POLI 18 giu 2018 00:10

L'attualità dell'Humanae Vitae

A distanza ormai di più di due settimane dal bellissimo convegno internazionale sull’Enciclica “Humanae Vitae” del nostro profetico Paolo VI, tenutosi a Brescia presso l’auditorium San Barnaba, mi riecheggia ancora alla memoria l’accorato intervento di Mons. Livio Melina sull’odierno attacco a tutto campo alla famiglia

Egr. Direttore,

a distanza ormai di più di due settimane dal bellissimo convegno internazionale sull’Enciclica “Humanae Vitae” del nostro profetico Paolo VI, tenutosi a Brescia presso l’auditorium San Barnaba, mi riecheggia ancora alla memoria l’accorato intervento di Mons. Livio Melina sull’odierno attacco a tutto campo alla famiglia: “Dio ha scelto il simbolo familiare per rivelarsi a noi: se viene distrutto il linguaggio della famiglia, se queste parole non corrispondono più a nessuna esperienza, noi non avremo più nessuna parola per parlare di Dio”.Attacco che, come aveva precedentemente ricordato lo stesso Monsignore, Suor Lucia di Fatima prefigurò personalmente al compianto Cardinale Carlo Caffarra come quello finale.Sono passate più di due settimane, dicevo, e ancora provo stupore nel ricordare soprattutto quello che è forse stato il passaggio centrale della relazione di Melina.Passaggio in cui illustrava come le linee programmatiche dell’ex Gran Maestro della Loggia di Francia, tale Pierre Simon (inversione di Simon Pietro), circa la necessità di una “ridefinizione della famiglia e delle sue relazioni costitutive” all’esplicito scopo di “emanciparla dalle tradizioni giudeo-cristiane”, abbiano avuto, specie negli ultimi anni, perfetto e sempre più condiviso compimento.Linee programmatiche che, seppur nate in un diverso contesto, coincidono nel tempo e soprattutto nei risultati sperati, anche qui puntualmente raggiunti, con quelle del “Memorandum Jaffe”, ideato nel marzo del 1969 dall’allora vicedirettore di Planned Parenthood allo scopo di limitare le nascite ed illustrate, sempre nell’ambito del convegno, dal Dott. Renzo Puccetti: “ristrutturare la famiglia”, “ritardare o evitare il matrimonio”, “alterare l‘immagine delle dimensioni della famiglia ideale”, “educazione obbligatoria dei bambini” e via devastando.

E mi domando: come è possibile che gli attuali divulgatori di queste ormai sbugiardate strategie di indottrinamento di massa riescano a sentirsi liberi ed ancora a vendersi mediaticamente e con successo come tali, specie ai più giovani e sensibili? Ma soprattutto: come è possibile che una discreta porzione del mondo cattolico “militante” non voglia proprio prendere atto di come, forse anche inconsapevolmente, stia perseverando nel ruolo di prezioso ed utile (ad altri) fiancheggiatore delle suddette devastanti strategie?All’incirca, azzardo, la stessa porzione di cattolicesimo che, anziché smetterla di prendere per buone “le verità della televisione” e cercare di considerare alla luce dell’intera dottrina la reale complessità dell’emergenza migranti, compresi i connessi e giganteschi interessi speculativi a livello sia nazionale che sovranazionale, preferisce accodarsi acriticamente ai più facili, appaganti e suggestivi slogan delle “anime belle” alla Saviano & friends per le quali l’Italia si divide nei “buoni”, le anime suddette e di chi le sostiene, e nei “cattivi”, inesorabilmente tutti gli altri.Slogan che, come già accennavo, tanto comprensibilmente raccolgono il naturale ed entusiastico slancio degli adolescenti più sensibili ai temi della giustizia sociale, quei ragazzi che ci stanno forse maggiormente più a cuore, finendo per ingabbiarli in schemi ideologici che troppo spesso non sono ancora in grado di decifrare e controllare criticamente.In altri termini: l’odierna deriva antropologica dell’Occidente, supportata anche dalla citata visone semplificata e quindi distorta del fenomeno migratorio, a mio giudizio non è altro che l’esito concreto e verificabile di quel progetto di “distruzione della socialità umana” prefigurato all’alba della rivoluzione sessuale dalla massoneria francese, così come illustrato da Mons. Melina nel convegno suddetto, e dalla galassia delle più o meno potenti e coordinate centrali del controllo sovranazionale come la citata Planned Parenthood, di cui alla articolata relazione del Dott. Renzo Puccetti.Questa è la realtà nella quale siamo oggi chiamati ad orientarci: il resto è accattivante quanto potentissima narrazione.E la cosa, sia come laici onestamente orientati al bene collettivo che in particolare come cattolici, dovrebbe far drammaticamente sorgere almeno un paio di ulteriori domande: ma io, a quale informazione mi sto affidando? E più in profondità: ma io, per chi sto realmente lavorando?

LUCA POLI 18 giu 2018 00:10